C’è vita su Bluesky?
Diventato il ripiego più interessante di X dopo la vittoria di Donald Trump, ora ha 24 milioni di utenti tra cui celebrità, grandi giornali e Stephen King
Una ventina di giorni prima delle elezioni presidenziali statunitensi, su Bluesky c’erano pochi più di 11 milioni di utenti. Alcuni, tra cui la parlamentare americana Alexandria Ocasio-Cortez, erano lì dal febbraio del 2023, quando il social network alternativo a Twitter (ora X) aveva aperto per la prima volta a nuovi utenti, a patto che avessero ricevuto un codice d’invito. Altri erano arrivati un anno dopo, quando la piattaforma aveva aperto le iscrizioni a tutti. Da febbraio in poi ci sono stati altri picchi di iscrizioni in corrispondenza di notizie controverse legate a X: 3 milioni di brasiliani si erano iscritti a Bluesky dopo il blocco di X in Brasile ad agosto, e un altro mezzo milione di persone l’aveva fatto a ottobre, dopo che Elon Musk, proprietario di X, aveva detto di voler rimuovere la funzione che permette di bloccare gli altri utenti.
Poi la situazione è decisamente precipitata. Nell’arco di pochi giorni, dopo l’elezione di Donald Trump e l’annuncio di un futuro ruolo da consulente di Musk nel suo governo, centinaia di migliaia di utenti hanno disattivato il proprio profilo X. E molti hanno deciso di iscriversi a Bluesky, che nella grafica assomiglia più di qualsiasi altra piattaforma a X, ma essendo meno frequentato è stato sempre molto lontano dall’offrire lo stesso tipo di esperienza. Oggi, il social network ha 24 milioni di utenti, che sono comunque pochi in confronto a quelli di X (che al suo apice si stima ne avesse più di 300 milioni) ma cominciano a essere un buon numero e soprattutto sono in aumento costante.
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Bluesky, come idea, esiste dal 2019, quando il fondatore di Twitter Jack Dorsey decise di finanziare un piccolo gruppo di sviluppatori per creare un protocollo decentralizzato per social network. Con “social network decentralizzato” si intende uno spazio digitale che non è gestito o controllato da una singola entità o azienda sulla base dei propri interessi, e che permette agli utenti di avere maggior controllo sui propri dati (l’abbiamo spiegato meglio qui). Oggi la piattaforma non è più legata a Dorsey, che se ne è distanziato, ed è gestita da una società benefit (cioè impegnata in politiche in favore dell’ambiente, dello sviluppo sociale e dell’attenzione verso i dipendenti) la cui amministratrice è Jay Graber, una programmatrice 33enne con un passato da attivista per i diritti digitali che è anche molto attiva sul social network.
Nella pratica, la piattaforma assomiglia molto a quello che era Twitter nel 2019. I post (che non hanno ancora un proprio nome, anche se vari utenti della prima ora li chiamano “blues” o, per scherzo, “skeet”, che vuol dire anche “eiaculare” in inglese volgare e richiama i “tweet” di Twitter) hanno un limite massimo di 300 caratteri (X ne permette al massimo 230, a chi non paga), e gli altri utenti possono commentarli, lasciare un like o condividerli, con o senza un commento. Da poco è stata introdotta la possibilità di scambiarsi messaggi privati e caricare video.
La differenza più grossa, però, sta nella serietà con cui Bluesky si approccia alla moderazione dei contenuti, ovvero a tutte le decisioni e gli strumenti necessari per rendere la piattaforma uno spazio civile e sicuro, limitando il più possibile contenuti razzisti, sessisti, omofobi, transfobici. Proprio i grossi tagli che Musk aveva fatto, appena arrivato, alle risorse dedicate alla moderazione dentro a Twitter erano stati una delle ragioni per cui una prima massa di utenti aveva cominciato a lasciare la piattaforma, o utilizzarla molto meno, dall’ottobre del 2022. Al contrario, a novembre Bluesky ha quadruplicato il numero di dipendenti che lavorano nella moderazione, da 25 a 100 persone, e ha aggiunto varie funzionalità innovative per evitare le classiche dinamiche da social network in cui per qualche motivo improvvisamente una singola persona viene presa di mira da migliaia di utenti.
Un po’ per questo, e un po’ perché tante persone sono arrivate sul nuovo social network covando una grossa delusione o frustrazione verso X e Musk, a lungo gran parte delle conversazioni su Bluesky girava proprio attorno alle differenze tra i due spazi e a quanto fosse peggiorato X. Il 5 novembre l’account ufficiale di Bluesky su X aveva pubblicato un tweet provocatorio in cui commentava la presenza di Musk a fianco di Trump durante la notte elettorale con: «Possiamo garantirvi che nessun membro del team di Bluesky stasera sarà seduto vicino a un candidato, pronto a dargli controllo diretto sui contenuti che potete vedere online».
Sulla questione si sono espresse anche varie celebrità. Uno dei primi post pubblicati su Bluesky dall’imprenditore miliardario Mark Cuban, per esempio, è stato: «Ciao, mondo meno odioso». La rapper Lizzo ha scritto di essere passata da X a Bluesky «per lasciare la tossicità», e da allora è molto attiva sul nuovo social. Mark Hamill, attore noto per il ruolo di Luke Skywalker nella saga di Star Wars, ha pubblicato una finta locandina che annuncia: «Mark Hamill si è unito a Bluesky! L’icona si rifugia sulla nuova piattaforma in cerca di speranza e unità». Anche lo scrittore Stephen King, che in precedenza era stato molto attivo su X, si è spostato su Bluesky: «Ciao mondo, Steve King è arrivato. Sono felice di essere qui».
Con il grande afflusso di nuovi utenti comunque la conversazione è diventata meno monotona, e si stanno formando nicchie tematiche piccole e grandi: vari fandom, per esempio, si sono spostati su Bluesky da X, e c’è anche una comunità di sex worker che lo usa come un tempo usava Twitter, per fare rete. In molti casi, utenti che si seguivano da anni su Twitter sono riusciti a ritrovarsi grazie agli “Starter pack”, liste tematiche di utenti che chiunque può creare per aiutare gli altri a trovare persone che potrebbero voler seguire. Anche grazie agli Starter pack, peraltro, molti utenti hanno notato che è stato molto più facile del previsto riacquisire anche su Bluesky una buona parte dei follower che avevano lasciato su X.
La comunità linguistica più ampia continua a essere quella dei brasiliani, ma ci sono anche tantissimi statunitensi, giapponesi e cinesi, oltre a un nutrito gruppo di utenti italiani. E, come hanno fatto notare in molti, c’è una grande voglia di interagire, conoscere nuove persone, fare conversazione e informarsi. Il Post, per esempio, ha aperto il proprio account su Bluesky il 21 novembre (è questo qui), e nell’arco di sole due settimane la percentuale di traffico che arriva dalla piattaforma al sito del giornale ha superato quella che arriva da Threads, l’alternativa a X sviluppata da Meta che ha aperto in Italia il dicembre scorso, e che ha molti più utenti di Bluesky: circa 275 milioni.
Molti giornalisti che hanno usato Twitter per anni dicono di trovarsi piuttosto bene su Bluesky, e molte testate giornalistiche importanti hanno cominciato a usarlo regolarmente: oltre al Guardian, che ha annunciato che non userà più X, ci sono anche New York Times, Financial Times, Washington Post, CNN, Bloomberg, Politico, Le Monde, Japan Times, Daily Mail, Al Jazeera, Moscow Times, Reuters, BBC e AFP. Non sono invece ancora arrivati i principali giornali nazionali italiani.
È molto meno facile invece trovare i profili di aziende e marchi, anche perché Bluesky al momento non mette a disposizione alcuno strumento per fare pubblicità sulla piattaforma, e Graber ha detto di non avere intenzione di aggiungerne. Tra gli utenti sono anzi cominciate varie discussioni sul fatto che si preferirebbe piuttosto pagare un abbonamento mensile o annuale al social, piuttosto che rischiare che Bluesky si riempia di contenuti sponsorizzati come è successo nel tempo a tanti altri spazi digitali. Qualche marchio, però, ha comunque creato un profilo e pubblica contenuti organici di tanto in tanto: l’app per imparare le lingue Duolingo ha un account in portoghese dove posta principalmente meme, Netflix ha portato su Bluesky gli stessi contenuti promozionali che prima pubblicava su X.