29 persone, tra cui una suora, sono state sottoposte a misure cautelari per accuse legate alle attività della ’ndrangheta a Brescia

Un agente delle forze dell'ordine al lavoro
(ANSA/US POLIZIA/CARABINIERI/GUARDIA DI FINANZA)

La polizia e i carabinieri hanno sottoposto a misure cautelari 29 persone accusate di vari reati legati alla ’ndrangheta nel territorio di Brescia, fra cui estorsioni, traffico di armi e di droghe illegali. Tra le persone arrestate c’è anche suor Anna Donelli, che da tempo fa la volontaria nelle carceri di Brescia e di San Vittore, a Milano. Donelli è accusata di aver facilitato una serie di comunicazioni, trasmettendo messaggi e direttive, tra la cosca a capo della ’ndrangheta a Brescia e i suoi affiliati detenuti. È stato arrestato anche Giovanni Acri, un ex consigliere comunale di Brescia di Fratelli d’Italia già coinvolto in vicende giudiziarie.

Le misure cautelari erano state richieste dalla Direzione distrettuale antimafia (DDA) della procura di Brescia: includono vari arresti in carcere (15 e altre quattro misure cautelari sono state disposte per persone già in carcere) o ai domiciliari (14). La DDA ha anche ordinato il sequestro preventivo di oltre 1,8 milioni di euro che si presume siano stati ricavati da queste attività: secondo la procura la cosca in questione gestiva una serie di attività economiche nel settore della pasticceria, ma anche di servizi di cui aveva ottenuto gli appalti. La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno eseguito perquisizioni e arresti a Brescia e in varie città italiane.

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