Che cosa aveva in testa di fare Yoon Suk-yeol?
Il presidente sudcoreano ha provato a risolvere le divisioni politiche sospendendo la democrazia, senza però avere abbastanza sostegno e facendo male i suoi conti
Il tentativo del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol di imporre la legge marziale in Corea del Sud è stato il culmine di processi che vanno avanti da anni, che hanno portato a un’intensa competizione fra i partiti e a una polarizzazione molto forte nella politica e nella società sudcoreane. Yoon Suk-yeol, di destra e assai impopolare, ha provato a risolvere le divisioni sospendendo la democrazia, ma le cose non sono andate come voleva e in queste ultime ore in molti si chiedono cosa sia successo.
Dopo un paio d’ore dalla proclamazione della legge marziale, infatti, le opposizioni che si trovavano ancora in parlamento – che nel frattempo era stato circondato dalle forze di sicurezza su ordine di Yoon – hanno votato per revocarla, decisione che poi Yoon è stato di fatto costretto ad accettare data la difficoltà a trovare alleati per quello che assomigliava sempre di più a una specie di colpo di stato. Dopo poco le stesse opposizioni hanno depositato la richiesta di impeachment per il presidente, che sarà votata nei prossimi giorni.
– Leggi anche: La legge marziale in Corea del Sud è durata meno di sei ore
Per capire cosa sia successo martedì bisogna fare un passo indietro.
Yoon Suk-yeol fu eletto presidente nel 2022 con il margine più ristretto della storia della democrazia sudcoreana (che è relativamente recente: fino agli anni Ottanta il paese era una dittatura militare). Vinse le elezioni con appena lo 0,8% di vantaggio, e molti attribuirono la sua vittoria più alla debolezza del suo predecessore di centrosinistra che ai suoi meriti.
Yoon cercò di presentarsi al pubblico sudcoreano come un leader risoluto e forte. Il suo predecessore, il progressista Moon Jae-in, aveva cercato di portare avanti politiche sociali piuttosto avanzate in tema di diritti e integrazione della società, e soprattutto aveva adottato una politica di avvicinamento alla Corea del Nord, arrivando perfino a uno storico incontro con il dittatore Kim Jong Un.
Yoon ripudiò le politiche del suo predecessore come un sintomo di debolezza che stava portando il paese al declino. Interruppe il riavvicinamento con la Corea del Nord e cercò il sostegno degli Stati Uniti, e in politica interna adottò misure sociali conservatrici e tradizionaliste.
Ma la forza di Yoon era solo apparente, anche perché fin dall’inizio del suo mandato il parlamento è stato controllato dall’opposizione del Partito Democratico. Inoltre Yoon, un famoso ex procuratore, non aveva nessuna esperienza politica: la prima campagna elettorale della sua vita era stata quella vinta per la presidenza. L’inesperienza gli ha reso difficile ottenere consensi politici e raggiungere compromessi.
Il governo di Yoon ha avuto anche molti momenti di difficoltà. Nel 2022, pochi mesi dopo il suo insediamento, durante una festa di Halloween circa 150 persone morirono schiacciate nella calca nel centro di Seul, e le polemiche che ne seguirono misero in seria crisi il governo. Più di recente c’è stato un grande sciopero dei medici in tutto il paese contro stipendi e condizioni di lavoro insufficienti, e il dibattito si è concentrato molto sulla crisi abitativa, con i prezzi delle case che hanno raggiunto livelli insostenibili. La stessa famiglia di Yoon è stata investita da uno scandalo quando la first lady è stata vista accettare in regalo una borsa di Dior dal valore di oltre 2.000 euro. Inoltre le relazioni con la Corea del Nord sono tornate a essere molto tese.
Più di recente, movimenti femministi sempre più forti hanno cominciato a mettere in discussione la struttura patriarcale e tradizionalista della società sudcoreana, provocando una reazione soprattutto tra i maschi conservatori, che hanno creato gruppi esplicitamente antifemministi. Yoon si è schierato con i reazionari maschi, ha promesso di abolire il ministero delle Pari opportunità e messo in atto misure per limitare l’attività dei movimenti femministi.
Gli scandali, le difficoltà e il continuo ostracismo dell’opposizione in parlamento hanno affossato la popolarità di Yoon, che prima della legge marziale era appena sopra il 10%.
L’impopolarità del presidente è stata confermata alle elezioni legislative di quest’anno, quando l’opposizione del Partito Democratico ha ottenuto in parlamento la più ampia maggioranza dall’inizio della democrazia. La campagna elettorale è stata molto dura: l’opposizione ha definito Yoon un «traditore nazionale», mentre gli alleati del presidente definivano gli avversari «criminali» e «comunisti nordcoreani».
Come detto, davanti a questo stallo Yoon ha cercato di sospendere la democrazia. Non è chiaro perché abbia deciso di agire in questo momento, e soprattutto non è ancora chiaro perché il suo piano sia stato così carente.
Pur sapendo che il parlamento aveva il potere di annullare la legge marziale, le forze speciali inviate da Yoon hanno circondato l’edificio quando dentro all’aula c’erano ancora i parlamentari dell’opposizione e non hanno provato a fermare il voto che si è tenuto tre ore dopo. Fra i commentatori internazionali l’ipotesi circolata durante le sei ore in cui la legge marziale è stata in vigore è che Yoon non si fosse assicurato nemmeno l’appoggio dell’esercito e delle forze dell’ordine, che di fatto non hanno applicato il suo ordine di chiudere il parlamento.
Durante quelle ore molto concitate, peraltro, Yoon non ha ricevuto nemmeno il sostegno esplicito del suo partito, il Partito del Potere Popolare, di destra. Martedì sera diversi parlamentari che in passato lo avevano sempre sostenuto hanno votato per sospendere la legge marziale da lui proclamata, mentre anche il leader del Partito del Potere Popolare, descriveva come sbagliata la decisione di Yoon. Dopo il voto le forze di sicurezza se ne sono andate, prima ancora che Yoon confermasse la validità della decisione del parlamento di sospendere la legge marziale.
«Il modo in cui la legge marziale è stata annunciata ha dimostrato i caratteri generali della presidenza di Yoon: pianificata male e applicata peggio», ha detto al Financial Times Karl Friedhoff, analista esperto di Corea del Sud del Chicago Council on Global Affairs.
In parte, è possibile che l’opposizione fosse preparata. Benché alcune fonti all’interno dell’amministrazione presidenziale abbiano detto all’Economist che la decisione di imporre la legge marziale sia stata un’iniziativa del presidente in persona, e abbia colto molti di sorpresa, in realtà in Corea del Sud si parlava di questa possibilità da mesi.
Negli ultimi tempi aveva suscitato sospetti il fatto che Yoon avesse nominato a capo di varie strutture militari e di sicurezza (tra cui il ministero della Difesa e l’unità di controspionaggio) dei suoi ex compagni delle scuole superiori. Molti hanno cominciato a temere che Yoon stesse riempiendo le forze di sicurezza di persone a lui vicine per assicurarsi la fedeltà personale dell’esercito.
A settembre, quando Yoon aveva nominato ministro della Difesa un suo ex compagno di scuola, l’opposizione aveva apertamente accusato Yoon di voler sospendere la democrazia coreana e imporre la legge marziale. Il governo aveva smentito tutto, e accusato i membri del Partito Democratico di diffondere fake news e teorie del complotto. Tre mesi dopo, il presidente ha invocato la legge marziale.