Le foto degli ultimi notevoli reperti archeologici di San Casciano dei Bagni
Serpenti e statue in bronzo di epoca etrusca e romana, gioielli d'oro, migliaia di monete e persino uova integre
Martedì sono stati presentati gli ultimi notevoli reperti archeologici trovati nel sito etrusco e romano del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, in Toscana. Gli scavi fatti tra giugno e ottobre di quest’anno hanno fatto riemergere il temenos, il muro di recinzione che all’epoca circondava diversi edifici tra i quali il tempio costruito attorno alla vasca sacra: negli strati di terreno al suo interno sono stati trovati numerosi doni votivi, statue e serpenti in bronzo, migliaia di monete, gioielli d’oro, metalli preziosi, iscrizioni e persino uova ancora integre.
La zona del Bagno Grande di San Casciano comprende due grandi vasche pubbliche realizzate dai Medici secoli fa vicino a una delle fonti termali della zona. Il comune acquistò il terreno e nel 2019 avviò lo scavo, a cui collaborano alcune università e il ministero della Cultura. Nel 2022 furono scoperte decine di antiche statue di bronzo, che il direttore generale Musei Massimo Osanna definì «la scoperta più importante dai bronzi di Riace». Le ultime scoperte offrono ulteriori elementi per capire il significato di questo luogo, che era dedicato alla cura del corpo per via della sorgente termale, ma anche al culto e alla divinazione.
La campagna di scavi del 2024, a cui hanno partecipato 80 studenti di archeologia da università internazionali e 90 specialisti di diversi ambiti, ha permesso di scoprire buona parte della vasca più antica, costruita tra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo. All’esterno sono stati trovati resti di doni e cerimonie come lucerne, unguentari di vetro, ex voto in terracotta e foglie d’oro, ma le scoperte più interessanti sono emerse scavando nel terreno argilloso all’interno della vasca.
Gli strati stessi del terreno identificano la funzione di culto del luogo. Alternano offerte, scaglie di travertino e argilla, che ha permesso di conservare molti oggetti per secoli. Nel terreno sono stati trovati migliaia di frammenti di uova e alcune uova integre, pigne e rametti decorati.
Tra le scoperte più importanti ci sono le statue in bronzo, tra cui un corpo nudo maschile tagliato a metà, offerto alla fonte termale da un certo Gaio Roscio vissuto nel I secolo avanti Cristo; un’altra statua di una donna impegnata nella preghiera simile a un’altra trovata nel 2022; un bambino augure, cioè un piccolo sacerdote, datato alla fine del II secolo avanti Cristo, che tiene in mano una palla e sulla gamba ha un’iscrizione che cita la città etrusca Cleusi, l’attuale Chiusi, sempre in provincia di Siena. Riguardo a quest’ultima, il coordinatore scientifico degli scavi Jacopo Tabolli, dell’Università per stranieri di Siena, ha spiegato che è legata alla divinazione, perché sia etruschi che romani affidavano la lettura del futuro ai bambini.
Poi sono state trovate teste votive, braccia e gambe con iscrizioni, strumenti di rito come una lucerna, un piccolo toro in bronzo, 10mila monete di età repubblicana e imperiale, una corona e un anello d’oro, gemme e altri gioielli. Le iscrizioni trovate sono in etrusco e in latino e sono voti alle diverse divinità, alla fortuna e all’imperatore.
A oltre quattro metri di profondità, sono stati ritrovati alcuni serpenti in bronzo di diverse dimensioni. Uno, di 90 centimetri, è probabilmente un serpente agatodemone, che in greco significa letteralmente “demone buono”, scelto come protettore della sorgente. Il ministero della Cultura dice che è il più grande mai trovato. Per Tabolli la presenza dei serpenti in quel punto è la conferma che le persone andavano alla fonte oltre che per curarsi anche per motivi religiosi, per avere «un rapporto diretto con la divinità, per interrogare il serpente, ovvero la fonte, sulle incognite del futuro».
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