In Siria i gruppi nemici di Assad consolidano le proprie conquiste
Gli aerei russi e del regime hanno bombardato Idlib e altre aree, mentre si attende una risposta più organizzata
Domenica in Siria è iniziata una più massiccia risposta del regime di Bashar al Assad alla sorprendente offensiva di gruppi armati che sabato erano arrivati a controllare la città di Aleppo. L’esercito assadista ha bombardato principalmente la città e l’area di Idlib, a sud ovest di Aleppo, controllata da alcuni anni dal gruppo Hayat Tahrir al Sham (HTS), che ha guidato l’offensiva degli scorsi giorni.
I bombardamenti, a cui hanno partecipato anche gli aerei della Russia, alleata di Assad, hanno colpito alcune aree residenziali nel centro della città, uccidendo almeno quattro civili secondo alcune fonti sul posto citate da Reuters. Intanto si aspetta di capire che tipo di ulteriore risposta militare riuscirà a organizzare il governo di Assad per provare a ristabilire il proprio controllo sulle zone passate agli oppositori.
Quanto successo venerdì e sabato ha sorpreso tutti gli analisti e gli esperti di Siria. Nel giro di poche ore la coalizione di gruppi che si oppongono ad Assad ha preso il controllo di estese porzioni di territorio intorno ad Aleppo e poi dell’intera città, conquiste arrivate dopo quelle nella provincia di Idlib, e a cui si sono aggiunte quelle successive più a sud, nei pressi di Hama. L’avanzata ha incontrato pochissima resistenza da parte delle forze governative, per cui si è trattato di una disfatta sensazionale. La guerra civile, cominciata nel 2011, era sostanzialmente ferma da quattro anni, prima dello stravolgimento degli ultimi giorni.
L’offensiva dei gruppi ostili ad Assad si era spinta dopo Aleppo più a sud, arrivando fino a Hama, una grande città sulla strada per Damasco, con un’importanza strategica per il controllo della Siria centrale. L’agenzia di notizie statale SANA (controllata dal regime) e l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, un’organizzazione indipendente con sede nel Regno Unito, dicono però che lì l’esercito assadista è riuscito a contrastare i gruppi armati, respingendoli nelle zone rurali più a nord.
I gruppi nemici di Assad stanno intanto consolidando il proprio controllo di Aleppo, e hanno detto di aver preso le infrastrutture di Sheikh Najjar, una zona industriale a nord est della città, e numerose basi militari e aeroporti, in alcuni dei quali si erano temporaneamente insediate le milizie curde sostenute dagli Stati Uniti, che sono avversarie dei gruppi armati che hanno condotto l’offensiva di questi giorni, di ispirazione islamista.
La televisione di stato siriana ha sostenuto che l’esercito governativo abbia ucciso un migliaio di combattenti nemici negli scontri di questi giorni, un’affermazione che non è stata provata, mentre i gruppi oppositori di Assad dicono di aver catturato decine di soldati assadisti, come invece testimoniato da diverse immagini.
I gruppi armati hanno detto di volersi spingere fino a Damasco, la capitale siriana, dove però ancora sabato la situazione era relativamente tranquilla (alcune voci su un presunto tentativo di colpo di stato erano infondate). Molte persone intanto sono state viste mentre lasciavano Aleppo, per timore dei combattimenti.