Il quarto giorno di proteste in Georgia
Contro la decisione del governo di Sogno Georgiano di posticipare i negoziati di adesione all’Unione Europea
Per la quarta sera consecutiva, migliaia di persone si sono radunate davanti al parlamento e per le strade di Tbilisi, la capitale del paese, e in altre città della Georgia per protestare contro la decisione del governo di Sogno Georgiano di posticipare i negoziati di adesione all’Unione Europea. Le proteste erano iniziate giovedì sera, dopo che il primo ministro Irakli Kobakhidze, vicino alle posizioni del regime del presidente russo Vladimir Putin, aveva annunciato la decisione pubblicamente.
Anche domenica sera a Tbilisi ci sono stati scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine, che hanno provato a disperderli con cannoni ad acqua e lacrimogeni.
Durante una conferenza stampa, Kobakhidze ha detto che «ogni violazione della legge sarà perseguita con rigore. E quei politici che si nascondono nei loro uffici e sacrificano membri dei loro gruppi violenti a punizioni severe non sfuggiranno alle loro responsabilità».
Sabato la presidente filoeuropeista Salomé Zourabichvili aveva diffuso un videomessaggio in cui si schierava con i manifestanti dicendo che «è iniziato il movimento di resistenza» a Sogno Georgiano. Il mandato di Zourabichvili scadrà il 14 dicembre quando il collegio elettorale – in cui Sogno Georgiano ha la maggioranza – eleggerà il suo successore. Sogno Georgiano governa il paese dal 2012, in modo sempre più autoritario e con posizioni vicine al regime russo di Vladimir Putin, mentre l’ingresso nell’Unione Europea è un tema molto sentito dalla popolazione. Zourabichvili, in carica dal 2018, è stata tra i politici che hanno maggiormente contestato la vittoria di Sogno Georgiano alle elezioni di ottobre, denunciando brogli (riscontrati anche da osservatori indipendenti). Da giovedì a domenica più di 100 manifestanti sono stati arrestati.