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  • Domenica 1 dicembre 2024

Trump vuole Kash Patel a capo dell’FBI

È un altro suo fedelissimo, molto critico dell'agenzia, ma per nominarlo deve prima licenziare il capo attuale

Kash Patel. (AP Photo/José Luis Villegas, File)
Kash Patel. (AP Photo/José Luis Villegas, File)
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Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto come capo dell’FBI per la sua futura amministrazione Kash Patel, un avvocato considerato un suo fedelissimo e con relativamente poca esperienza. È stato funzionario al Consiglio per la sicurezza nazionale e capo di gabinetto del segretario alla Difesa durante il primo mandato di Trump, ed è notoriamente un grande critico dell’agenzia investigativa federale americana.

Trump potrà nominare Patel solo se prima licenzierà l’attuale capo dell’FBI, Christopher A. Wray, che aveva scelto lui stesso nel 2017: è infatti una carica con un mandato di dieci anni, ed è così fin dagli anni Settanta, proprio per limitare la dipendenza dai presidenti. In alternativa, Wray dovrebbe dimettersi. La nomina dovrebbe poi essere ratificata dal Senato, e non è ancora chiaro se ci possa essere opposizione a Patel.

Trump è notoriamente un grande critico dell’FBI, che è un’agenzia alle dipendenze del dipartimento della Giustizia che si occupa principalmente di antiterrorismo, crimine organizzato e intelligence interna. Specialmente dopo che nel 2022 l’FBI eseguì un mandato di perquisizione nella sua casa di Mar-a-Lago in cerca di documenti riservati, Trump ha attaccato duramente l’agenzia accusandola di volerlo ostacolare e di perseguitarlo ingiustamente.

Patel è allineato con queste critiche, ha proposto di chiudere il quartier generale dell’FBI a Washington, di licenziarne i dirigenti e di mettere l’agenzia «in ginocchio». In un suo recente libro intitolato Government Gangsters aveva fatto i nomi di diverse persone che accusava di essere esponenti del cosiddetto “deep state”, cioè quei funzionari federali che esercitano un grosso potere trasversalmente alle amministrazioni, e di cui secondo lui e Trump l’FBI è piena.

È una nomina piuttosto temeraria, tipo quella che Trump aveva provato con l’ex deputato estremista della Florida Matt Gaetz, che aveva dovuto rinunciare all’incarico di procuratore generale degli Stati Uniti in quanto sottoposto a un’indagine del comitato etico della Camera per accuse di molestie sessuali, uso di droghe illegali e per aver accettato regali in modo non consentito dalle regole del Congresso.