In Kosovo sono state arrestate 8 persone per il sabotaggio di un canale, di cui il governo accusa la Serbia
Sabato la polizia del Kosovo ha arrestato almeno 8 persone accusandole del sabotaggio di un canale idrico a Zubin Potok, a una sessantina di chilometri dalla capitale Pristina. Venerdì il canale era stato danneggiato da un’esplosione che aveva causato l’interruzione temporanea della fornitura d’acqua a diverse città della zona e alle due centrali termoelettriche dove viene prodotta quasi tutta l’elettricità del paese. La polizia ha detto di aver trovato una ventina di chili di esplosivo utilizzati nel sabotaggio, di cui il primo ministro Albin Kurti ha attribuito la responsabilità alla Serbia insieme al sostegno ai gruppi separatisti serbi attivi nel nord del Kosovo. Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha detto che le accuse sono false, ma che il suo governo coopererà con le indagini.
La polizia ha inoltre confiscato armi, munizioni e uniformi militari e della polizia in dieci località. Nei tre giorni precedenti in questa zona del Kosovo, dove la maggioranza della popolazione è serba, c’erano state altre due esplosioni: in una centrale della polizia e nell’edificio del comune a Zvecan. Il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia nel 2008, ma alcune delle persone di etnia serba che vivono nel nord del paese non riconoscono la sua indipendenza e accusano il governo kosovaro di limitare i loro diritti. Oggi, il Kosovo è riconosciuto da 101 Stati membri dell’ONU su 193. Il governo del Kosovo ha sempre respinto la richiesta di concedere un’autonomia più ampia ai comuni serbi del nord, così come di formare una comunità autonoma, per il timore di non riuscire più a esercitare la piena sovranità su questo territorio.
– Leggi anche: Le discussioni sul ponte che divide in due Mitrovica