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  • Sabato 30 novembre 2024

Le indagini sul sabotaggio dei due cavi sottomarini nel Baltico

Si concentrano su una nave cargo cinese che ha trascinato l'àncora sul fondale per decine di chilometri, e sembra difficile sia stato un errore

La nave cargo cinese Yi Peng 3 ancorata al largo delle coste danesi dello Jutland, il 20 novembre
La nave cargo cinese Yi Peng 3 ancorata al largo delle coste danesi dello Jutland, il 20 novembre (Mikkel Berg Pedersen/Ritzau Scanpix via AP)
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Le indagini sui due cavi sottomarini per le telecomunicazioni danneggiati nel mar Baltico tra il 17 e il 18 novembre si stanno concentrando sul ruolo di una nave cargo cinese. I due cavi, che collegano la Finlandia alla Germania e la Svezia alla Lituania, sono stati riparati negli scorsi giorni. Sia Svezia che Finlandia avevano aperto le indagini per sabotaggio: è l’ipotesi più probabile secondo il ministro degli Esteri tedesco, Boris Pistorius.

Secondo quanto ha ricostruito estesamente il Wall Street Journal, le indagini avrebbero scoperto che la nave cargo Yi Peng 3 attraversò il tratto di mare dove passano i cavi trascinando la sua àncora sul fondale per più di 170 chilometri, danneggiandoli.

Non si sa ancora però se sia stato un errore o se l’equipaggio, di cui fa parte anche un marinaio russo, lo abbia fatto apposta: su indicazione di servizi segreti stranieri, cinesi o russi, secondo le ipotesi investigative. I governi di entrambi i paesi hanno detto che non c’entrano.

Una nave della marina danese e, sullo fondo, la Yi Peng 3, il 20 novembre

Un pattugliatore della marina danese e, sullo sfondo, la Yi Peng 3, il 20 novembre (Mikkel Berg Pedersen/Ritzau Scanpix via AP)

La Yi Peng 3 era salpata il 15 novembre dal porto russo di Ust-Luga, con un carico di fertilizzanti. È lunga 225 metri e larga 32 e fino a marzo di quest’anno aveva navigato solo in acque cinesi, poi ha iniziato a fare la spola con i porti russi sul mare del Giappone prima di raggiungere Murmansk, passando dal mare di Barents, e infine arrivare nel Baltico.

Al momento si trova in acque internazionali, nello stretto del Kattegat, tra il mar Baltico e il mare del Nord, sorvegliata da navi della marina danese e di altri paesi della NATO. Giovedì il governo svedese ha chiesto di poter interrogare l’equipaggio e inoltre il primo ministro Ulf Kristersson ha chiesto alla Cina di cooperare alle indagini, autorizzando il trasferimento della nave nelle acque territoriali svedesi per le indagini.

Secondo quanto ha riferito il Wall Street Journal, il 17 novembre la nave avrebbe gettato l’àncora senza interrompere la navigazione, mentre era in acque svedesi. Lo stesso giorno è stato tranciato il primo cavo, tra Svezia e Lituania. Nella fascia oraria in cui il cavo ha smesso di funzionare, il transponder della Yi Peng 3 risultava spento. Il transponder serve a tracciare i movimenti delle navi: la Yi Peng 3 non stava quindi trasmettendo né comunicando la sua posizione, e non lo ha fatto per diverse ore.

A quel punto, in base ai dati satellitari, la nave avrebbe continuato la sua rotta a velocità ridotta, ma sempre senza ritirare l’àncora. Dopo un tragitto di circa 170 chilometri, avrebbe danneggiato il secondo cavo, quello tra Finlandia e Germania, e in seguito avrebbe issato l’àncora a bordo, prima di venire intercettata da navi della marina danese.

Secondo funzionari sentiti dal Wall Street Journal, è molto difficile che il capitano di una nave delle dimensioni della Yi Peng 3 non si sia accorto di avere l’àncora in mare per tutti quei chilometri, anche perché la cosa limita molto la velocità di navigazione. Un’ispezione dell’àncora avrebbe poi riscontrato danni compatibili con un lungo trascinamento sul fondale e l’impatto sui cavi.

La Yi Peng 3 nello stretto del Kattegat, il 20 novembre

La Yi Peng 3 nello stretto del Kattegat, il 20 novembre (Mikkel Berg Pedersen/Ritzau Scanpix via AP)

Le fonti d’intelligence sentite dal giornale statunitense non attribuiscono l’incidente alla Cina, ma sospettano possa avere un ruolo la Russia (che però non è ancora stato dimostrato). Pubblicamente, anche i governi dei paesi coinvolti non l’hanno incolpata, dicendo che le indagini sono ancora in una fase preliminare, ma hanno ricordato il contesto di «guerra ibrida» portato avanti dalla Russia in Europa dopo l’invasione dell’Ucraina.

Negli ultimi tre anni ci sono stati diversi incidenti e danneggiamenti a cavi sottomarini nel Baltico. L’8 ottobre del 2023 era stata rilevata una perdita dal gasdotto Balticconnector, tra Finlandia ed Estonia, mentre uno dei cavi di telecomunicazione aveva smesso di trasmettere dati. Inizialmente era stato ipotizzato un sabotaggio da parte della Russia, ma in seguito le autorità finlandesi avevano detto che il danneggiamento era stato causato per errore dall’àncora di una nave portacontainer cinese.

Il danno più noto è però quello del gasdotto Nord Stream, che collega la Germania alla Russia, avvenuto nel settembre del 2022. Un’indagine svedese aveva stabilito che le perdite del gasdotto erano state causate da un sabotaggio con dell’esplosivo, e non da un incidente, ma l’identità dei sabotatori non è mai stata appurata. La Russia e i paesi occidentali si sono attribuiti a vicenda la responsabilità del sabotaggio.

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