C’è stato un caso poco allarmante di contaminazione da rifiuti radioattivi

È successo nel complesso di laboratori di Casaccia, vicino a Roma, dove Sogin sta finendo di smantellare un vecchio impianto per la ricerca nucleare

L'esterno del Centro Ricerche Casaccia
Una vecchia foto della struttura del Centro Ricerche Casaccia dell'ENEA, fuori Roma (MASSIMO ZAMPETTI /ANSA)
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Il 21 novembre un dipendente di Sogin, la società statale che si occupa di smantellare gli impianti nucleari italiani e gestire i rifiuti radioattivi, è stato esposto a radioattività superiore a quanto previsto dalle norme di sicurezza mentre lavorava all’interno del Centro Ricerche Casaccia, un complesso di laboratori 25 chilometri a nord-ovest di Roma. L’Ispettorato per la sicurezza nucleare (ISIN) ha fatto sapere che sembra che non ci siano state conseguenze gravi, ma la notizia, che è circolata solo venerdì sui media italiani, è stata diffusa anche con toni allarmistici.

L’incidente è avvenuto durante i lavori di gestione di rifiuti radioattivi dell’Impianto Plutonio (o Impianto IPu), un impianto per la ricerca nucleare costruito negli anni Sessanta e oggi quasi completamente smantellato. L’impianto si trova all’interno del centro di Casaccia, vicino al lago di Bracciano, ed è il più grande complesso di laboratori dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, ma è gestito da Sogin.

Venerdì sera Sogin ha diffuso un comunicato per dire che «al contrario di quanto riportato da alcuni organi di stampa non vi è stato alcun “incidente nucleare”» e che l’episodio di contaminazione è stato gestito con le procedure di sicurezza previste dalla legge ed effettuando tutti i controlli di sicurezza. La società ha anche escluso «categoricamente» che ci sia stata una qualche forma di contaminazione dell’ambiente esterno.

Nell’Impianto IPu non si trovano più barre di combustibile nucleare da anni. Ci sono ancora, tuttavia, dei rifiuti radioattivi liquidi contaminati dal plutonio: si tratta di 1 metro cubo di rifiuti di “media attività”. Sogin prevede di terminare le attività di smantellamento dell’impianto con la gestione di questo materiale entro il 2025.

Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento nucleare di ENEA, ha precisato a RaiNews che le quantità di plutonio presenti a Casaccia «sono minime» e ha spiegato: «I livelli di indagine sono talmente accurati che a volte si procede a controlli anche per quantità minime e non pericolose per la salute». Un articolo del Corriere della Sera dice che il dipendente di Sogin esposto alla contaminazione era stato isolato e trasferito in ospedale, da dove era stato dimesso dopo vari accertamenti; dopo qualche giorno è tornato al lavoro.