Berlino ha in programma grandi tagli alla cultura
Sono stati annunciati questa settimana, e hanno generato estese proteste tra gli operatori culturali della città
Venerdì pomeriggio a Berlino ci sarà una manifestazione organizzata da bbk berlin, un’associazione che rappresenta più di 3mila artisti locali, contro i grandi tagli alle attività culturali che il sindaco Kai Wegner (che fa parte della CDU, il partito conservatore dell’ex cancelliera Angela Merkel) ha annunciato all’inizio della settimana.
Nel 2025 il budget destinato alla cultura diminuirà del 13 per cento (circa 130 milioni di euro), con un impatto negativo su più di 450 imprese locali (cinema, teatri, musei, club, gallerie d’arte) che basano una parte importante della loro attività sull’erogazione di sussidi pubblici. I tagli sono stati fortemente criticati anche per la loro repentinità: entreranno in vigore tra cinque settimane, un termine che gli addetti ai lavori considerano insufficiente per la pianificazione delle nuove stagioni. Inoltre, il piano contrasta l’obiettivo che Joe Chialo, il ministro per la Cultura e la Coesione sociale di Berlino, aveva annunciato lo scorso anno, quando aveva promesso un budget per la cultura di quasi un miliardo di euro nel 2025.
Thomas Ostermeier, direttore artistico dello Schaubühne, uno dei più prestigiosi e apprezzati teatri berlinesi, ha detto al Guardian che, se il piano di Wegner dovesse essere confermato, sarà costretto a chiudere lo Studio, un locale del teatro destinato a progetti sperimentali e di formazione. Oliver Reese, direttore del Berliner Ensemble, il teatro più famoso della parte est della città, ha annunciato l’annullamento di almeno 5 produzioni per il prossimo anno, mentre Philipp Harpain, che dirige il Grips, un teatro che organizza spettacoli per bambini e ragazzi, ha detto che a causa dei tagli dovrà risparmiare circa 300mila euro. Secondo la scrittrice tedesca Juli Zeh, il piano di Wegner è «incredibilmente stupido» anche dal punto di vista dell’opportunità politica, dato che l’estrema destra tedesca, in forte ascesa soprattutto nella parte orientale del paese, sostiene da tempo la necessità di riformare il sistema di contributi pubblici all’arte e alla cultura di Berlino.
Intervistato dal quotidiano tedesco Die Ziet, l’attore tedesco Ulrich Matthes, famoso per aver interpretato il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels nel film La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler (2004), ha detto che il sistema di sovvenzioni pubbliche berlinesi è «invidiato in tutto il mondo», e che smantellarlo diminuirà la popolarità della CDU nel paese. Secondo Matthes, i cinema, i teatri e più in generale «tutti i luoghi in cui le persone si riuniscono e pensano insieme sono importanti, soprattutto in un momento in cui l’AfD [Alternativa per la Germania, il principale partito dell’estrema destra tedesca] sta costantemente rosicchiando la cultura con l’obiettivo di assimilarla».
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