Un escursionista disperso da 50 giorni in Canada è stato trovato vivo
Era partito per una gita in un'area remota e impervia, dove in questo periodo le temperature scendono fino a -20 °C
Martedì due operai che stavano andando a lavorare vicino a un lago nel parco Redfern-Keily, nel Canada occidentale, hanno trovato un escursionista di 20 anni che risultava disperso da più di un mese e mezzo: Sam Benastick è riuscito a sopravvivere nonostante le poche provviste, 15 centimetri di neve, la presenza di orsi e temperature che in questo periodo si abbassano fino ai -20 °C.
Benastick era partito lo scorso 7 ottobre per un viaggio che sarebbe dovuto durare dieci giorni, per pescare e fare escursioni nel parco. È un’area remota della British Columbia, sulle Montagne Rocciose, a 80 chilometri dalla strada più vicina e lontana da qualsiasi centro abitato. L’ultima volta che era stato visto si trovava all’imbocco del sentiero che conduce verso il lago. Non vedendolo rientrare nei tempi previsti, il 17 ottobre i suoi genitori ne avevano segnalato la scomparsa.
Date le circostanze si credeva che fosse morto, ha detto Madonna Saunderson, una funzionaria della Royal Canadian Mounted Police, la polizia nazionale canadese. Per cercare di trovarlo si erano mobilitate più di 120 persone tra agenti di polizia, famigliari e volontari, sia con cani che con elicotteri: le operazioni tuttavia erano state sospese il 28 ottobre in parte per via del meteo e delle condizioni impervie del territorio, e in parte perché l’area da perlustrare era enorme. Alla fine Benastick è stato trovato vicino alla zona in cui le ricerche erano partite.
Come equipaggiamento aveva solo uno zaino, una tela cerata e poche provviste: i due uomini lo hanno trovato con le mani quasi congelate e il suo sacco a pelo tagliato e avvolto attorno ai piedi, per cercare di tenerli al caldo. Dopo essere stato soccorso è stato portato in ospedale, dove i medici lo stanno curando per i geloni e per un’intossicazione provocata dall’incendio del suo riparo di fortuna.
Il ragazzo ha raccontato alla polizia che aveva dormito per un paio di notti nella sua auto e che poi aveva campeggiato vicino a un piccolo torrente per dieci-quindici giorni; in seguito si era spostato verso una vallata, dove si era costruito un piccolo accampamento, e quando aveva cominciato a nevicare si era incamminato verso il lago, dove poi è stato trovato.
Non è ancora chiaro cosa sia andato storto e come abbia potuto perdersi senza ritrovare la strada per tornare. La polizia ha detto che cercherà di capirne di più non appena si sarà ripreso. Intanto sua madre, Sandra Crocker, ha condiviso con la tv canadese CBC una sua foto nel letto dell’ospedale, e ha raccontato che si è lamentato di non aver pescato neanche un pesce.