Nemmeno Disney aveva capito il successo di “Oceania”

Il cartone animato ambientato in Polinesia è diventato a sorpresa il maggior successo in streaming dell'azienda, che per questo ha cambiato i piani sul sequel ora al cinema

(Disney)
(Disney)

Il cartone animato della Disney Oceania 2, al cinema da questa settimana in Italia quasi in contemporanea al lancio nel resto del mondo, non doveva essere un film: era stato pensato infatti per essere una serie tv che ampliasse il catalogo della piattaforma streaming Disney+. Il progetto è stato trasformato in un film da distribuire al cinema quando la Disney si è resa conto che Oceania, il film originale uscito nel 2016 con un incasso medio per i cartoni Disney (630 milioni di dollari, cifra che non lo fa entrare nemmeno nei 30 migliori incassi di cartoni animati), è ormai un film molto più importante e amato di quanto si pensasse.

Quando alla fine del 2019 Disney ha presentato Disney+ e ha smesso di concedere in licenza i suoi film alle altre piattaforme (diventate nel frattempo concorrenti) per averli in esclusiva, Oceania era da diversi anni disponibile su Netflix che, all’epoca, non divulgava i dati di fruizione nemmeno ai produttori. Nemmeno Disney quindi sapeva quanto fosse stato guardato. Già nel 2020 Oceania è stato il contenuto più visto di Disney+ e da allora è rimasto il primo, risultando anche tra i primi tre o quattro film più guardati in assoluto, considerando anche le altre piattaforme. A questo punto, il CEO della Disney Bob Iger (nel frattempo tornato a quel ruolo dopo un periodo in cui c’era stato un altro amministratore) ha trasformato quella che doveva essere una serie in un film sequel e ha annunciato anche un altro progetto: una versione in live action, cioè con attori, del film.

Solo un anno fa la Disney non poteva nascondere un forte problema con le principesse, che era anche un problema legato ai film originali. Tutti i tentativi fatti per lanciare nuove proprietà intellettuali, cioè nuovi personaggi, nuovi titoli e nuove storie, non sono andati bene. Elemental della Pixar è stato il cartone con il box office migliore tra questi (quasi 500 milioni, soprattutto grazie al resto del mondo), mentre altri, come Strange World o Wish, hanno avuto riscontri disastrosi. Altri ancora, come Soul, Luca o Red, sono dovuti uscire solo su piattaforma durante la pandemia.

Anche per questo la società è tornata a puntare sul sicuro con una serie di cartoni che sfruttano le sue proprietà intellettuali più forti. Questa estate, Inside Out 2 è andato così bene da diventare al momento il maggior incasso di sempre per la Disney (1,6 miliardi di dollari), riuscendo a invertire la tendenza, e ora, a giudicare dalle prevendite dei biglietti, Oceania 2 potrebbe batterlo. La protagonista del primo film e di questo secondo si chiama nell’edizione italiana Vaiana (in originale invece Moana, che è anche il titolo originale del film ma è stato cambiato in Italia per evitare l’associazione, specialmente nelle ricerche online, con la pornostar Moana Pozzi), è la figlia di un capovillaggio di un’isola della Polinesia, a cui, come a tutti gli abitanti, è proibito navigare e lasciare l’isola. Tuttavia, quando la natura dell’isola e delle acque circostanti comincia a marcire, mettendo a repentaglio la sopravvivenza della popolazione, Vaiana decide di partire alla ricerca di una soluzione, contro la volontà della famiglia. Troverà un semidio che ha rubato a una dea una pietra preziosa e lotterà con lui per ristabilire l’equilibrio.

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Da quando Oceania è su Disney+ (cioè dal 2019) e quindi la Disney ne controlla i dati di visione, è stato visto per 1 miliardo di ore (l’unità di misura delle piattaforme di streaming non è il numero di persone che vedono un contenuto o il numero di volte che viene visto per intero, ma le ore, per tenere conto anche di chi non lo finisce), equivalenti a 775 milioni di riproduzioni del film completo. Questo considerando che l’anno migliore è stato il 2023, in cui è stato il film più visto tra tutte le piattaforme di streaming. Quindi il suo successo è ancora in crescita.

Nonostante lo streaming sia per tutte le società di produzione, con le dovute differenze, quello che prima era l’home video (cioè il canale di sfruttamento secondario), e nonostante esistano molti casi di film che in home video o in streaming abbiano trovato più successo che al cinema, una tale sproporzione è senza precedenti. Anche gli stessi registi del film, Ron Clements e John Musker, che lavorano ai lungometraggi Disney da Basil l’investigatopo nel 1986 e hanno diretto (tra i molti) Aladdin e La sirenetta, hanno raccontato al Wall Street Journal di essere rimasti abbastanza sorpresi da questo successo. E questo sebbene a loro sia già accaduto qualcosa di simile: La sirenetta fu un moderato successo al cinema e diventò un grande successo solo quando arrivò in noleggio.

La spiegazione che Ron Clements e John Musker danno a questo strano successo riguarda le musiche: «Le canzoni tengono il film vivo. Se non ha musiche, è più difficile che si imprima a fuoco nelle tue sinapsi». Oceania ha le musiche di Lin-Manuel Miranda, uno dei più importanti talenti contemporanei del musical, diventato molto noto con il successo di Hamilton e poi assunto dalla Disney per Oceania ed Encanto, un altro film considerato quasi un insuccesso alla sua uscita nei cinema e diventato invece uno dei più guardati in streaming. Un altro dettaglio molto citato come cruciale nella fortuna americana di Oceania sono gli scenari esotici, il mare azzurro e il fatto che sia un film perfetto per fare da sfondo in casa, perché piacevole come estetica.

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Oceania inoltre ha un’altra particolarità con cui la Disney spiega il suo successo: è stato il primo film “con principesse” in cui non c’è nessuna storia d’amore, nemmeno secondaria, e in cui la protagonista rifiuta apertamente il titolo di principessa. Anche Frozen, forse il più rivoluzionario tra i cartoni Disney recenti, che ha innescato un grande cambiamento, ha come protagoniste due sorelle che si salvano a vicenda senza bisogno di uomini, ma include comunque una storia romantica (per quanto secondaria). In Oceania, invece, Vaiana ha il solo obiettivo di salvare il suo popolo. La sfida è con sé stessa e con l’avventura che le si pone davanti, e i sentimenti che la storia produce non sono mai romantici ma hanno a che fare con il senso di realizzazione, il coraggio e l’empatia. Questo può aver allargato il pubblico primario del film da quello più naturale delle bambine e ragazze a quello dei bambini e ragazzi.

Dopo questo sequel, il prossimo progetto che riguarda Oceania sarà la versione in live action, con attori, prevista per il 2026, che ha nel cast uno degli attori più importanti di Hollywood, Dwayne Johnson, già doppiatore del personaggio che interpreterà (il semidio Maui). Per questo film non si è nemmeno mai ipotizzato uno sfruttamento solo in streaming. Quella politica, che a un certo punto era diventata uno standard negli anni tra il 2020 e il 2022, si è rivelata così economicamente poco conveniente che anche Netflix adesso immagina piccoli sfruttamenti al cinema per i suoi film più importanti.

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