Le donne e i minori portati via da milizie libiche durante un soccorso nel Mediterraneo
Lo ha raccontato l'equipaggio della nave Geo Barents, a cui i miliziani hanno detto di essere della Guardia costiera libica
Giovedì l’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere ha fatto sapere che 29 donne e minori sono stati portati via da uomini armati durante un’operazione in cui la loro nave, la Geo Barents, stava soccorrendo più di cento persone migranti che erano naufragate nel mar Mediterraneo centrale, in acque internazionali a circa 40 chilometri dalla Libia. Gli uomini armati hanno detto all’equipaggio della ong (che non ha potuto fermarli, appunto perché erano armati) di appartenere alla cosiddetta Guardia costiera libica, un corpo formato da milizie armate finanziato e addestrato dall’Italia e dall’Unione Europea per fermare le partenze dei migranti dalle coste libiche, accusato di torturare sistematicamente e detenere in condizioni disumane gli stessi migranti. Sui loro gommoni neri però non c’erano segni identificativi.
Medici Senza Frontiere ha più volte contattato la Guardia costiera libica, che ha detto di non saperne nulla: non si possono comunque considerare affidabili le dichiarazioni della Guardia costiera libica, che tra le altre cose è ritenuta in combutta con i trafficanti di esseri umani nonostante nominalmente abbia il compito di fermare le partenze.
Non è la prima volta che i soccorsi in mare delle ong vengono ostacolati da milizie armate, che speronano le imbarcazioni dei migranti o sparano nella loro direzione, o se la prendono direttamente con le navi delle ong per impedire loro di soccorrere le persone in mare. La responsabile dei soccorsi della Geo Barents Fulvia Conte spiega che episodi di questo tipo avvengono con grande frequenza: «Un caso del genere però, con donne e bambini presi e portati via, non l’avevo mai visto», dice.
Erano circa le 9 di mattina di giovedì quando la Geo Barents ha ricevuto l’allerta dalla ong Alarm Phone – che fornisce assistenza ai migranti nel Mediterraneo – che segnalava un gommone in difficoltà con circa cento persone a bordo poco lontano dalla nave di Medici Senza Frontiere, in acque internazionali. Quando la Geo Barents si è avvicinata, l’equipaggio ha visto che vicino al gommone c’erano due grossi gommoni neri, privi di segni identificativi. A distanza i soccorritori sulla Geo Barents non riuscivano a vedere bene cosa stesse succedendo, ma via radio uno dei due gommoni si è identificato come Guardia costiera libica e ha identificato anche l’altro come appartenente alla milizia. Ha poi detto alla Geo Barents di avvicinarsi perché l’imbarcazione dei migranti stava affondando.
I soccorritori della Geo Barents raccontano che, una volta raggiunte le barche, hanno visto 25 donne e 4 bambini a bordo di uno dei due gommoni neri, su cui c’erano anche uomini armati. In mare c’erano circa 70 persone, la metà erano minori. Dopo averli soccorsi, insieme alle altre persone rimaste sul gommone dei migranti, i soccorritori hanno chiesto di trasferire sulla Geo Barents anche le donne e i bambini. I miliziani si sono rifiutati: «Alle nostre richieste rispondevano che con loro stavano bene», dice Conte, che specifica anche che era evidente che non fosse così. Dopo vari tentativi di negoziazione a voce e via radio i due gommoni sono andati via.
Le persone soccorse dalla Geo Barents, in totale 83 uomini e minori non accompagnati, hanno raccontato ai mediatori di Medici Senza Frontiere che le donne e i bambini erano stati portati sui gommoni neri dopo che i miliziani li avevano minacciati con le armi e avevano derubato e picchiato molti uomini a bordo dell’imbarcazione dei migranti. Secondo le testimonianze riferite a Medici Senza Frontiere, i miliziani hanno sparato in aria, e più di 70 persone si sono buttate in acqua per la paura.
Fulvia Conte dice che la maggior parte delle persone a bordo del gommone proveniva dai centri di detenzione in Libia in cui vengono trattenuti i migranti che cercano di raggiungere l’Europa via mare, e dove le torture e gli stupri sono sistematici. Gli uomini soccorsi hanno raccontato di essere stati stuprati per settimane in questi centri davanti alle loro famiglie. «Sono disperati, perché sanno che adesso toccherà alle loro mogli e ai loro figli».
Conte dice che nel pomeriggio di giovedì la Geo Barents è stata circondata per ore da otto barche di piccole dimensioni, una delle quali era una motovedetta fornita dal governo italiano alla Guardia costiera libica. In serata la Geo Barents ha ricevuto l’ordine dalle autorità italiane di dirigersi verso il porto di Brindisi. Venerdì le è stato assegnato prima il porto di Crotone, in Calabria, e poi quello di Reggio Calabria: l’arrivo è previsto per sabato pomeriggio.
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