Il Ciad ha interrotto gli accordi su difesa e sicurezza con la Francia

Il presidente del Ciad Mahamat Idriss Déby e il presidente della Francia Emmanuel Macron, nel febbraio del 2023 (AP Photo/Michel Euler)
Il presidente del Ciad Mahamat Idriss Déby e il presidente della Francia Emmanuel Macron, nel febbraio del 2023 (AP Photo/Michel Euler)

Giovedì il governo del Ciad, paese dell’Africa centrale, ha fatto sapere di aver interrotto gli accordi di cooperazione su sicurezza e difesa con la Francia, paese con cui ha continuato ad avere relazioni dopo la fine dell’epoca coloniale. La Francia ha circa 1.000 soldati di stanza in Ciad, dove svolgono operazioni militari in coordinamento con il governo locale nel contrasto al terrorismo islamico nella regione. La decisione di giovedì potrebbe quindi causare un ritiro delle truppe francesi dal paese.

Il ministero degli Esteri del Ciad ha detto che con questa decisione il paese, un’ex colonia francese, vuole affermare pienamente la propria sovranità dopo 64 anni di indipendenza dalla Francia. Il Ciad è considerato un alleato dell’Occidente, soprattutto della Francia – da cui ha ottenuto l’indipendenza nel 1960 – e degli Stati Uniti, e ha contribuito in molte circostanze alle azioni di antiterrorismo nella regione del Sahel e in Nigeria contro il gruppo islamista Boko Haram. Negli ultimi due anni la Francia ha dovuto ritirare le proprie truppe da tre paesi dell’Africa occidentale (Mali, Niger e Burkina Faso), a seguito di colpi di stato militari e a fronte di una crescente insofferenza nei suoi confronti. In Ciad dal 2021 governa Mahamat Idriss Déby, che è a capo di una giunta militare e che finora la Francia ha sempre sostenuto.

Mahamat Idriss Déby è figlio di Idriss Déby, ex presidente ucciso nell’aprile di quell’anno da un gruppo di ribelli. Mahamat Idriss Déby aveva preso il posto del padre su volontà dell’esercito, ignorando la linea di successione indicata dalla Costituzione ciadiana: inizialmente aveva guidato un consiglio militare di transizione, e nel maggio del 2024 è stato confermato presidente dopo elezioni presidenziali molto contestate (prima del voto i militari avevano represso violentemente le opposizioni e avevano escluso dalle liste elettorali i loro principali candidati).

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