La Corte costituzionale della Romania ha ordinato il riconteggio dei voti del primo turno delle elezioni presidenziali

Una manifestazione contro la vittoria di Calin Georgescu al primo turno delle elezioni di Romania (AP Photo/Vadim Ghirda)
Una manifestazione contro la vittoria di Calin Georgescu al primo turno delle elezioni di Romania (AP Photo/Vadim Ghirda)

Giovedì la Corte costituzionale della Romania ha deciso all’unanimità di ordinare il riconteggio di tutte le schede del primo turno delle elezioni presidenziali, che si è tenuto il 24 novembre, per eliminare eventuali dubbi sulla validità del risultato. A chiedere sia il riconteggio che l’annullamento dell’esito delle elezioni era stato il candidato conservatore Cristian Terhes, che al primo turno aveva ottenuto l’1 per cento dei voti. Il 29 novembre la Corte deciderà sulla possibilità di annullare l’esito, e quindi riorganizzare un nuovo primo turno di elezioni: nel frattempo ha chiesto un riconteggio entro le 14 di venerdì.

Il risultato delle elezioni è stato molto inaspettato: il candidato più votato è stato il nazionalista e filoputiniano Calin Georgescu, che ha ottenuto il 22,3 per cento dei voti nonostante i sondaggi lo dessero molto più in basso tra le preferenze degli elettori. Da giorni in Romania si discute molto delle ragioni del suo successo, dato che ha attirato grosse critiche per suoi commenti a sostegno del movimento fascista romeno della prima parte del Novecento oltre che per il suo sostegno alla Russia e al presidente Vladimir Putin. La seconda più votata, che andrà al ballottaggio con Georgescu se il risultato venisse confermato, è stata Elena Lasconi, del partito liberale di centrodestra Unione Salva Romania (USR), che ha preso il 19,2 per cento, soltanto duemila voti circa in più di Marcel Ciolacu, attuale primo ministro e leader del Partito Socialdemocratico (PSD), di centrosinistra.

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