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  • Giovedì 28 novembre 2024

Come Trump ha trasformato Mar-a-Lago

La sua lussuosa residenza in Florida è anche un club esclusivo e il centro politico della destra statunitense: ma non è sempre stato così

Donald Trump in una sala di Mar-a-Lago, a Palm Beach, in Florida. (AP Photo/Evan Vucci)
Donald Trump in una sala di Mar-a-Lago, a Palm Beach, in Florida. (AP Photo/Evan Vucci)

Dopo le elezioni presidenziali del 5 novembre Mar-a-Lago, la residenza di Trump in Florida, è tornata a essere il centro della politica statunitense: lì si riuniscono spesso finanziatori, componenti passati e futuri del governo e personaggi influenti della destra americana. Trump vive stabilmente a Mar-a-Lago dal 2021, ma la frequentò molto anche durante il suo primo mandato, cominciato nel 2017: vi ricevette anche alcuni capi di stato, tra cui il presidente cinese Xi Jinping.

I 500 soci del club privato Mar-a-Lago possono incontrare senza troppe intermediazioni il presidente eletto, e i media parlano spesso della residenza come di una “seconda Casa Bianca”, o una “Casa Bianca invernale”. Trump ha realizzato, a modo suo, il progetto della prima proprietaria della villa, Marjorie Merriweather Post, che negli anni Sessanta voleva regalarla al governo federale per farla diventare una casa vacanze ufficiale dei presidenti.

Mar-a-Lago sorge sulla striscia di terra fra il lago Worth e l’oceano Atlantico (da qui il nome) a Palm Beach, cittadina da meno di 10mila abitanti, per lo più molto ricchi, un’ora di auto a nord di Miami. Merriweather Post la fece costruire a partire dagli anni Venti del Novecento: aveva già una casa in città, ma non era abbastanza grande per le feste che amava dare. Era l’erede della famiglia fondatrice di una delle più grandi aziende alimentari degli Stati Uniti (prima Postum Cereal Company, poi General Foods, quindi Kraft): il padre morì quando lei aveva 27 anni, rendendola la donna più ricca degli Stati Uniti.

Il club Mar-a-Lago a Palm Beach, Florida (AP Photo/Steve Helber)

I lavori durarono dal 1923 al 1927 e tennero impegnate 600 persone: su una proprietà da circa 70mila metri quadrati fu costruita una villa con 58 camere da letto, 33 bagni con sanitari dorati, un salone da 1.800 metri quadri e soffitti alti 12 metri. Fu progettata per resistere agli uragani e con materiali di pregio: marmi italiani o provenienti da un castello cubano, antiche piastrelle spagnole, sete veneziane. Merriweather Post spese 7 milioni di dollari (corrispondenti a più di 120 milioni odierni) e inaugurò la villa con una festa in costume, a tema “Corte francese di Versailles”, ma poi nel corso degli anni la usò anche per iniziative benefiche. Seguendo le sue volontà dopo la sua morte, avvenuta nel 1973, gli eredi la offrirono in dono al governo federale per farne una residenza invernale per le vacanze dei presidenti e per occasioni di rappresentanza. La cessione però non si completò, il governo stimò i costi di gestione troppo alti e rifiutò l’offerta.

Al centro Marjorie Merriweather Post nel 1969 a Palm Beach (AP Photo)

Nel 1981 la villa fu messa in vendita per 20 milioni di dollari, ma per quattro anni le offerte furono poche, e tutte rifiutate. Fra questa ce ne fu una di 15 milioni di dollari presentata da Trump, considerata non sufficiente. Nel 1985 Trump riprovò a comprarla, iniziando con l’acquisto per 2 milioni del tratto di spiaggia di fronte alla casa, che era separato dalla villa e apparteneva a una persona diversa. Secondo la versione che raccontò in seguito in alcune vecchie interviste, subito dopo minacciò di costruire su quella spiaggia un edificio che bloccasse la vista sull’oceano della villa. Questo dissuase altri possibili compratori e fece scendere il prezzo richiesto: alla fine comprò proprietà, villa, arredamento e beni per 8 milioni di dollari, una cifra molto bassa anche considerando i necessari lavori di manutenzione.

All’inizio degli anni Novanta, per far fronte a una situazione finanziaria complessa e a costi di gestione molto alti, Trump pensò di dividere la villa in dieci diverse abitazioni da vendere singolarmente, ma il consiglio comunale di Palm Beach mise il veto all’operazione. Dopo lunghe trattative fu invece approvata la trasformazione della residenza in un club privato, con l’accordo che nessun socio avrebbe potuto viverci in modo continuativo: il limite fu fissato a tre settimane l’anno, ma non consecutive.

Oggi per diventare soci bisogna pagare 200mila dollari, e poi 14mila dollari di spese all’anno. Si possono usare le strutture, i campi da tennis, le piscine, la spiaggia, la palestra e il centro benessere (il campo da golf è a cinque-dieci minuti di auto di distanza, ma esterno alla proprietà): se si vuole dormire in una delle circa 50 stanze il prezzo parte da 2mila dollari a notte. I soci sono complessivamente 500. Ogni anno ci sono alcuni posti liberi, ma per affiliarsi bisogna essere presentati da un altro socio: la richiesta è alta, soprattutto da quando essere soci di Mar-a-Lago significa essere vicini al centro della politica conservatrice statunitense. Durante la prima presidenza Trump la cifra d’ingresso raddoppiò, da 100 a 200mila dollari.

In base agli accordi, nemmeno Trump avrebbe potuto risiedere a Mar-a-Lago in modo continuativo: quando nel 2019 trasferì lì la sua residenza ci fu una causa legale. Il divieto fu aggirato appellandosi a una legge della Florida che permette ai dipendenti dei club privati di dormire all’interno delle strutture per cui lavorano: i suoi legali definirono Trump un dipendente di Mar-a-Lago con ruoli di sovrintendenza.

Trump vive in una parte della residenza chiusa agli altri soci, ma spesso si fa vedere nelle strutture all’aperto del ristorante del club, dove a volte fa il deejay, secondo alcuni resoconti. I soci possono invitare alcuni ospiti nel club, a cena o per una giornata, e quindi intorno a Trump c’è spesso molta gente.

Nell’agosto del 2022 Mar-a-Lago fu perquisita dall’FBI: l’operazione portò al ritrovamento di molti documenti riservati, che Trump è stato accusato di aver sottratto illegalmente quando era presidente (una giudice ha poi chiesto l’archiviazione del caso). In un processo civile a New York, in cui è stato condannato per frode finanziaria, è stato stabilito che fra le altre cose Trump ipervalutò il valore di Mar-a-Lago, stimandolo in 739 milioni di dollari (la procura la valutò 75 milioni).