L’ex brigatista Leonardo Bertulazzi, arrestato in Argentina lo scorso agosto dopo 44 anni di latitanza, verrà liberato

Leonardo Bertulazzi (destra) in una foto risalente al giorno del suo arresto, il 4 novembre 2002 (ANSA/ENRIQUE GARCIA MEDINA)
Leonardo Bertulazzi (destra) in una foto risalente al giorno del suo arresto, il 4 novembre 2002 (ANSA/ENRIQUE GARCIA MEDINA)

La corte di Cassazione argentina ha ordinato la liberazione di Leonardo Bertulazzi, un ex brigatista che era stato arrestato lo scorso 29 agosto dopo 44 anni di latitanza. I giudici hanno accolto il ricorso dei suoi avvocati, secondo cui al momento dell’arresto l’uomo era ancora protetto dallo status di rifugiato: gli era stato concesso nel 2004 dalla Commissione nazionale dei rifugiati (CONARE), l’ente nazionale che disciplina queste procedure in Argentina, e poi revocato su decisione del ministero dell’Interno del paese. Secondo i giudici al momento dell’arresto la revoca non era ancora effettiva, e Bertulazzi, che ha quasi 73 anni, potrà quindi tornare in libertà (da settembre era ai domiciliari).

Le Brigate Rosse furono un’organizzazione della sinistra extraparlamentare, attiva in Italia tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta. Bertulazzi fece parte della “colonna” di Genova (così venivano chiamate le articolazioni locali dell’organizzazione): nel 1977 partecipò al sequestro di Pietro Costa, della celebre famiglia di armatori (quelli della Costa Crociere) e nel 1980 venne coinvolto in una sparatoria tra la polizia e un gruppo di brigatisti a Genova. Da quel momento iniziò la sua latitanza, passata soprattutto a Buenos Aires e interrotta solo da un breve periodo di carcere nel 2002. Dovrebbe scontare, per le varie sentenze di condanna emesse in Italia, 27 anni di carcere: le leggi argentine però non permettono l’estradizione per le condanne in contumacia (cioè avvenute non in presenza dell’imputato).

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