Il partito dell’ex primo ministro pakistano Imran Khan ha chiesto di sospendere le proteste per la sua liberazione

Sostenitori di Imran Khan durante le proteste a Islamabad, Pakistan, martedì 26 novembre (AP Photo/ W.K. Yousufzai)
Sostenitori di Imran Khan durante le proteste a Islamabad, Pakistan, martedì 26 novembre (AP Photo/ W.K. Yousufzai)

Il partito dell’ex primo ministro pakistano Imran Khan ha chiesto ai manifestanti di «sospendere temporaneamente» le proteste per chiedere la sua liberazione in seguito ai violenti scontri di martedì tra polizia e manifestanti nella capitale Islamabad, in cui sono state uccise almeno sei persone, tra cui quattro paramilitari (ma secondo il partito le persone uccise sarebbero state di più). Il Movimento per la Giustizia (PTI) ha definito «brutale» la risposta del governo alle proteste, che erano cominciate domenica e avevano coinvolto migliaia di partecipanti: una fonte di sicurezza di Islamabad ha detto che la polizia ha arrestato oltre 500 sostenitori del PTI.

Khan si trova in carcere dall’agosto del 2023 ed è stato incriminato per decine di capi di accusa che i suoi sostenitori ritengono motivati politicamente. Quelle degli ultimi giorni sono solo le ultime proteste convocate da allora dai suoi sostenitori: erano state convocate proprio da lui, e servivano anche a chiedere la revoca di un emendamento costituzionale che a detta dei manifestanti ha indebolito l’indipendenza della magistratura.

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