Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha richiesto un mandato di arresto per il capo della giunta militare del Myanmar
Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan ha richiesto un mandato di arresto per il generale del Myanmar Min Aung Hlaing, capo della giunta militare che dal colpo di stato del 2021 governa il paese. L’accusa è di crimini contro l’umanità e riguarda la persecuzione e l’espulsione di centinaia di migliaia di persone della minoranza musulmana dei rohingya. Ora le prove presentate da Khan dovranno essere analizzate da tre giudici, che hanno tempo indeterminato per decidere se emettere un mandato di arresto. Il procuratore capo ha anche detto che intende fare la stessa richiesta per altri leader birmani.
I rohingya sono un grande gruppo etnico e religioso originario soprattutto del Myanmar, un paese a maggioranza buddista. Da anni subiscono nel paese persecuzioni e violenze, perché il governo birmano si rifiuta di riconoscerli tra le 135 minoranze etniche del paese e di considerarli come cittadini al pari degli altri. A partire dal 2017 più di 700mila rohingya hanno lasciato il paese in seguito all’intensificarsi delle violenze, e vivono in campi per rifugiati nel vicino Bangladesh. Oggi in Myanmar restano all’incirca 600mila rohingya, che spesso tentano viaggi molto rischiosi per raggiungere via mare altri paesi a maggioranza musulmana e sfuggire alle persecuzioni.