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  • Mercoledì 27 novembre 2024

Migliaia di sfollati stanno tornando nel sud del Libano

Nonostante Israele avesse detto loro di non farlo: intanto il cessate il fuoco sta reggendo

(AP Photo/Hussein Malla)
(AP Photo/Hussein Malla)
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Con l’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah – stabilito con un accordo mediato dagli Stati Uniti e dalla Francia e presentato martedì sera dal governo di Israele – dalle prime ore di mercoledì moltissime persone libanesi hanno cominciato a tornare nelle città del sud del Libano da cui erano scappate negli ultimi mesi, nonostante l’esercito israeliano le avesse avvertite di aspettare.

Negli ultimi mesi oltre un milione di persone in Libano (circa un quinto della popolazione) erano state costrette a lasciare la propria casa per sfuggire al conflitto. Molte si erano rifugiate nella vicina Siria, e ora stanno rientrando anche da oltre il confine. I giornalisti presenti sul posto hanno segnalato che nel corso della giornata ci sono stati diversi ingorghi sull’autostrada principale che collega la capitale Beirut al sud, con auto piene di valigie, materassi e altri beni che erano stati portati via dagli sfollati al momento della loro evacuazione.

Molti non ritroveranno la propria casa come l’avevano lasciata: secondo l’organizzazione umanitaria International Rescue Committee all’incirca 100mila case sono state distrutte o danneggiate dai bombardamenti sul sud del paese, oltre che su Beirut, la capitale, e sulla valle del Beqaa, nell’est.

Intanto l’esercito israeliano ha confermato di aver sparato alcuni colpi di avvertimento contro dei veicoli che cercavano di avvicinarsi a zone vietate nel sud del Libano, come riferito anche dai media libanesi. Non ci sono notizie di persone uccise. Sparare dei colpi per allontanare persone o mezzi indesiderati, anche senza volerli necessariamente colpire, è una pratica nota (seppure brutale) che è già stata utilizzata altre volte in contesti di guerra.

L’accordo prevede un cessate il fuoco di 60 giorni. In questo periodo l’esercito israeliano dovrebbe ritirarsi dalle zone meridionali del Libano e Hezbollah spostare le sue forze a nord del fiume Litani (o Leonte). In questo modo nel sud del Libano si creerebbe una zona cuscinetto dove, in base a quanto detto dal ministro della Difesa libanese Maurice Sleem, dovrebbero intervenire circa 10mila soldati dell’esercito libanese (che è diverso da quello di Hezbollah): alcuni convogli sono già partiti, e l’esercito ha postato su X varie foto degli spostamenti. I soldati israeliani sono ancora presenti in alcune parti del sud, e il loro ritiro dovrebbe avvenire gradualmente nel corso dei 60 giorni di cessate il fuoco.

Nella zona rimarranno anche i soldati della missione UNIFIL, acronimo di United Nations Interim Force In Lebanon (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite, in italiano). La missione ha detto che sta già adattando le sue operazioni a questa nuova situazione e che è pronta ad aiutare Libano e Israele ad applicare delle condizioni dell’accordo.

In un post su X il portavoce arabofono dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha detto ai residenti libanesi che è «vietato loro dirigersi verso le città che l’esercito aveva ordinato di evacuare o verso i militari israeliani presenti nella zona». L’ordine riguarda in particolare Tiro, una delle città libanesi più colpite da Israele. Ha inoltre detto che sarà «assolutamente vietato» spostarsi verso sud, oltre il fiume Litani, tra le 5 del pomeriggio e le 7 del mattino (ora locale). Nel pomeriggio di mercoledì l’esercito israeliano ha arrestato quattro persone per essere entrate in una delle zone vietate: ha detto che appartenevano a Hezbollah e che uno di loro era un comandante.

L’accordo comunque ha diversi punti deboli: non è chiaro come il governo libanese potrà controllare Hezbollah e l’area a sud del fiume Litani, mentre il governo israeliano ha detto di essere pronto a riprendere gli attacchi anche solo se dovesse ritenere che Hezbollah stia «cercando di riarmarsi».

Il cessate il fuoco dovrebbe mettere fine almeno temporaneamente alla fase più intensa degli attacchi di Israele sul Libano, compiuti da fine settembre, quando l’esercito israeliano aveva anche invaso il sud del Libano, sostenendo di voler mettere in sicurezza il suo confine settentrionale e smantellare la presenza di Hezbollah.

– Leggi anche: Perché il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah è fragile