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  • Mercoledì 27 novembre 2024

È iniziato il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah

Molti sfollati libanesi stanno tornando nelle loro città, anche se l'esercito israeliano aveva detto di aspettare: alcuni media vicini a Hezbollah parlano di spari contro di loro

Due donne libanesi festeggiano il cessate il fuoco nella città portuale di Sidone, nel sud del Libano (AP Photo/Mohammed Zaatari)
Due donne libanesi festeggiano il cessate il fuoco nella città portuale di Sidone, nel sud del Libano (AP Photo/Mohammed Zaatari)
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Alle 4 di mattina locali (le 3 in Italia) è iniziato il cessate il fuoco tra Israele e il gruppo politico e militare libanese Hezbollah, stabilito con un accordo mediato dagli Stati Uniti e dalla Francia e presentato martedì sera dal governo di Israele.

Già nelle prime ore moltissime persone libanesi avevano cominciato a dirigersi verso le città del sud del Libano da cui erano scappate, nonostante l’esercito israeliano le avesse avvertite di non avvicinarsi alle zone precedentemente evacuate.

Alcuni media libanesi vicini a Hezbollah hanno segnalato che i soldati israeliani avrebbero cominciato a sparare contro alcune di queste persone, ma sono notizie che al momento vanno prese con le molle. Il giornale online al Akhbar ha parlato di colpi esplosi vicino a Adayseh e nel centro di Mays el Jabal, entrambe nel sud-est del Libano; al Manar invece ha detto che ci sono stati spari contro le persone a Khiyam, poco più a nord. L’esercito israeliano non ha commentato. Per ora comunque non sono stati segnalati feriti.

L’accordo prevede un cessate il fuoco della durata di 60 giorni e il ritiro dell’esercito israeliano dalle zone meridionali del Libano, mentre Hezbollah dovrebbe spostare le sue forze a nord del fiume Litani (o Leonte). In questo modo nel sud del Libano si creerebbe una zona cuscinetto dove in base a quanto detto dal ministro della Difesa libanese, Maurice Sleem, dovrebbero intervenire circa 10mila soldati dell’esercito libanese, che non è quello di Hezbollah.

In un post su X il portavoce arabo dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha detto ai residenti libanesi che è «vietato loro dirigersi verso le città che l’esercito aveva ordinato di evacuare o verso i militari israeliani presenti nella zona». L’ordine riguarda in particolare Tiro, una delle città libanesi più colpite da Israele. I giornalisti presenti sul posto stanno segnalando diversi ingorghi sull’autostrada principale che collega la capitale Beirut al sud, con auto piene di valigie, materassi e altri beni che erano stati portati via dagli sfollati al momento della loro evacuazione. I soldati israeliani sono ancora presenti in alcune parti del sud, e il loro ritiro dovrebbe avvenire gradualmente nel corso dei 60 giorni di cessate il fuoco.

L’accordo comunque non sembra molto solido: non è chiaro come il governo libanese potrà controllare Hezbollah e l’area a sud del fiume Litani, mentre il governo israeliano ha detto di essere pronto a riprendere gli attacchi anche solo se dovesse ritenere che Hezbollah stia «cercando di riarmarsi».

Il cessate il fuoco dovrebbe mettere fine almeno temporaneamente alla fase più intensa degli attacchi di Israele sul Libano, compiuti da fine settembre, quando l’esercito israeliano aveva anche invaso il sud del Libano, sostenendo di voler mettere in sicurezza il suo confine settentrionale e smantellare la presenza di Hezbollah.

– Leggi anche: Perché il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah è fragile