La maggioranza di governo è stata battuta in un voto sul canone Rai proposto dalla Lega, in commissione Bilancio al Senato
Mercoledì mattina la maggioranza di destra che sostiene il governo di Giorgia Meloni si è divisa ed è stata battuta in commissione Bilancio al Senato durante la discussione sul decreto fiscale a proposito di un emendamento sul canone Rai proposto dalla Lega. L’emendamento riguardava l’articolo 1 del decreto-legge sul fisco, legato alla legge di bilancio, e puntava a confermare la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro anche per il 2025. Ad appoggiare la proposta sono stati i senatori di Lega e di Fratelli d’Italia, mentre quelli di Forza Italia hanno votato contro, insieme alle opposizioni di centrosinistra.
Si tratta di una votazione che di per sé non ha ripercussioni dirette sul governo, ma che renderà il clima ancora più teso tra i partiti di destra: l’analisi del decreto fiscale è di fatto l’inizio della fase decisiva della sessione di bilancio, quella che porterà cioè all’approvazione della legge di bilancio nel mese di dicembre.
Da giorni Lega e Forza Italia bisticciavano sul canone. Dopo la riduzione a 70 euro della tassa nel 2024, nella legge di bilancio di quest’anno il ministro dell’Economia aveva previsto che si tornasse a 90 euro per il 2025. Proprio un dirigente leghista, cioè il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aveva così contraddetto una battaglia identitaria del partito di Matteo Salvini, che aveva reagito presentando l’emendamento per confermare il taglio. Forza Italia si era detta contraria: un po’ per le ricadute sulla finanza pubblica (la riduzione a 70 euro costerebbe circa 400 milioni di euro, con cui lo Stato dovrebbe comunque compensare la Rai per il mancato introito) e un po’ perché ridurre il canone significa incentivare la ricerca di nuova pubblicità per la Rai, e questo sarebbe indirettamente un disagio per Mediaset, e dunque per la famiglia Berlusconi.
Negli ultimi due giorni, più volte i lavori della commissione Bilancio erano stati sospesi e rinviati, in attesa di un chiarimento che alla fine non è arrivato. Sia Salvini sia Antonio Tajani sono rimasti sulle loro rispettive posizioni, mentre Fratelli d’Italia ha deciso di sostenere l’iniziativa della Lega ma senza troppa convinzione. Mercoledì mattina, dopo lunghe trattative, si è arrivati alla votazione decisiva. E la maggioranza, spaccandosi, è stata battuta dalle opposizioni.