In Basilicata l’acqua è ancora razionata
Per ora è stato evitato che mancasse del tutto dichiarando potabile quella del fiume Basento, ma è una soluzione contestata dai residenti, e intanto i disagi continuano
Da lunedì nella rete di 29 comuni in provincia di Potenza, in Basilicata, alle prese da settimane con una grave crisi idrica, è stata immessa l’acqua dal fiume Basento. Nei giorni scorsi l’Azienda sanitaria locale di Potenza ha detto che l’acqua del fiume è potabile, basandosi sulle analisi dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPAB), e l’acqua è stata così immessa nella rete che serve 140mila persone.
Fino a pochi giorni fa il sistema idrico era alimentato dal lago Camastra, che però si è prosciugato provocando una grossa crisi idrica nei paesi che si trovano sul complesso delle cosiddette Dolomiti lucane. Per questa ragione a fine settembre l’Acquedotto Lucano, la società pubblica che gestisce la rete idrica, è stato costretto a razionare l’acqua, interrompendo la distribuzione ogni giorno dalle 18:30 alle 6:30 del mattino. Nel fine settimana a Potenza l’erogazione è stata sospesa in anticipo dalle 14, con diversi disagi per i residenti che hanno dovuto fare la fila alle autobotti messe a disposizione per l’emergenza, per prendere l’acqua con taniche e bottiglie.
Le restrizioni non sono ancora finite: anche per martedì l’erogazione dell’acqua potabile è stata limitata ad alcune fasce orarie. A causa delle limitazioni, sempre martedì a Potenza le scuole, compresi gli asili nido, chiuderanno alle 15.
Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni sulla potabilità dell’acqua del Basento, lunedì c’è stata una protesta fuori dalla sede della Regione, mentre dentro era in corso un consiglio straordinario sulla crisi idrica. Il comitato Acqua pubblica “Giuseppe Di Bello” e alcuni residenti dei paesi della zona sono però contrari all’uso dell’acqua del Basento, perché lì arrivano gli scarichi di due aree industriali e di cinque depuratori. E preferirebbero utilizzare in autonomia l’acqua di altre sorgenti che ci sono, come quella di Rifreddo, ma non possono perché la concessione assegnata all’Acquedotto Lucano non lo permette. La Regione ha detto che sono previsti controlli quotidiani sulla qualità dell’acqua, che prima di essere immessa nella rete passa per un impianto di potabilizzazione a Masseria Romaniello, una frazione di Potenza.
I manifestanti hanno anche criticato la gestione della rete idrica, definendola sui cartelloni un «colabrodo». La Basilicata ha il più alto tasso di dispersione idrica in Italia: secondo i dati dell’Istat, il 65,5 per cento dell’acqua destinata all’uso agricolo, domestico o industriale nella regione si perde per strada, a causa delle condutture vecchie e della scarsa manutenzione.
Alla fine di ottobre il governo aveva nominato il presidente della Regione Vito Bardi commissario all’emergenza idrica, mettendo a disposizione 2 milioni e mezzo di euro. Per evitare che entro la fine di novembre 140mila cittadini rimanessero senz’acqua, la Protezione civile aveva montato tre pompe che prelevano 400 litri al secondo di acqua dal fiume Basento e la portano con un tubo lungo 4 chilometri al cosiddetto Camastrino, una vasca che raccoglie le acque di scolo della diga. Da lì poi va all’impianto di Masseria Romaniello e subisce un processo lungo 30 ore. I lavori per allestire il tubo sono terminati il 20 novembre, e da lunedì dai rubinetti esce l’acqua del Basento.
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