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  • Martedì 26 novembre 2024

C’è un accordo per il cessate il fuoco fra Israele e Hezbollah

Lo ha approvato il governo israeliano e diventerà effettivo dalle 4 del mattino di mercoledì: dovrebbe durare 60 giorni e non sembra troppo solido

Fumo dopo i bombardamenti su Beirut di martedì (AP Photo/Bilal Hussein)
Fumo dopo i bombardamenti su Beirut di martedì (AP Photo/Bilal Hussein)
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Martedì sera il governo israeliano ha approvato l’accordo per un cessate il fuoco di 60 giorni con il gruppo politico e militare libanese Hezbollah. L’accordo era stato presentato poche ore prima in un messaggio televisivo dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva comunque ribadito che il governo israeliano si riserva di ricominciare gli attacchi se riterrà che Hezbollah abbia violato gli accordi.

L’accordo prevede il ritiro dell’esercito israeliano dalle zone meridionali del Libano, mentre Hezbollah dovrebbe spostare le sue forze a nord del fiume Litani (o Leonte). Nel sud del Libano si creerebbe così una zona cuscinetto dove dovrebbe intervenire l’esercito regolare libanese (che non è quello di Hezbollah).

Il cessate il fuoco entrerà in vigore dalle 4 di mercoledì mattina (ora locale), dopo l’approvazione da parte del governo del Libano (un passaggio formale). A garantire il rispetto degli accordi dovrebbe contribuire anche la missione UNIFIL, acronimo di United Nations Interim Force In Lebanon (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite, in italiano), già presente nella zona: alcune sue basi sono anche state colpite negli ultimi mesi.

Netanyahu ha detto che la durata del cessate il fuoco dipenderà «da quello che succede in Libano» e che gli Stati Uniti hanno garantito la possibilità di rispondere in caso di attacchi di Hezbollah. Ha anche spiegato tre motivi per cui ha deciso di accettare il cessate il fuoco: «concentrarsi sull’Iran», permettere all’esercito di riposarsi e accumulare armamenti e munizioni; isolare Hamas. Tutto il discorso televisivo, che ha sottolineato i «successi militari» dell’ultimo anno, è sembrato voler rassicurare soprattutto la componente più radicale del suo governo e dell’opinione pubblica, ribadendo che la guerra «non è finita». Netanyahu ha inserito fra i motivi che rendono opportuno un cessate il fuoco anche la necessità di rifornire gli arsenali dell’esercito, in quella che è stata interpretata come una critica verso i ritardi degli approvvigionamenti di armi provenienti dagli Stati Uniti.

Benjamin Netanyahu durante il messaggio televisivo (Israeli Government Press Office via AP)

Durante le negoziazioni Israele e Hezbollah non hanno interagito direttamente, e il processo è stato mediato dagli Stati Uniti e dalla Francia. Il presidente statunitense Joe Biden ha presentato il raggiungimento dell’accordo con un discorso, in cui ha detto che il cessate il fuoco è «costruito per diventare la fine definitiva delle ostilità» e per permettere ai civili di entrambe la parti di tornare «nelle loro case, nelle loro scuole, alle loro vite». Biden ha anche specificato che non saranno impiegate truppe statunitensi in Libano e ha invitato Hamas a fare un passo perché possa essere trovato un accordo anche per la Striscia di Gaza.

Nonostante le rassicurazioni di Biden sulla tenuta a lungo termine dell’accordo, le basi su cui è stato raggiunto lo rendono piuttosto fragile: non è chiaro come il governo libanese potrà controllare Hezbollah e l’area a sud del fiume Litani, mentre il governo israeliano ha ribadito in più occasioni di essere pronto a riprendere gli attacchi anche solo se dovesse ritenere che Hezbollah stia «cercando di riarmarsi».

L’accordo per il cessate il fuoco però metterà fine almeno temporaneamente alla fase più intensa degli attacchi di Israele sul Libano, compiuti da fine settembre, quando l’esercito israeliano ha anche invaso il sud del Libano, sostenendo di voler mettere in sicurezza il suo confine settentrionale e smantellare la presenza di Hezbollah. Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, il 7 ottobre del 2023, Hezbollah ha lanciato migliaia di razzi sul nord di Israele. Allo stesso tempo, e soprattutto negli ultimi mesi, Israele ha bombardato intensamente il sud del Libano e la capitale Beirut, colpendo interi edifici residenziali e uccidendo migliaia di persone.

Della possibilità di un accordo si parlava da alcuni giorni, ma le principali difficoltà da superare sembravano quelle interne allo stesso governo di destra di Israele, sostenuto da politici ultranazionalisti, tra cui il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che si erano sempre opposti a un cessate il fuoco. Ben-Gvir già martedì sera ha definito il cessate il fuoco un «errore storico»: nella riunione di gabinetto l’accordo è stato approvato a maggioranza (dieci voti a favore e uno contrario).

Già prima dell’annuncio ufficiale alcune decine di persone si erano radunate all’esterno della sede centrale dell’esercito israeliano per protestare contro l’accordo e il cessate il fuoco, sostenendo che non avrebbe garantito la sicurezza del nord del paese in futuro.

Poche ore prima che il gabinetto di Sicurezza israeliano si riunisse per decidere sul cessate il fuoco Israele ha compiuto un grosso attacco sulla capitale del Libano, Beirut. L’esercito israeliano ha colpito simultaneamente 10 punti della città, dopo aver trasmesso un ordine di evacuazione per molte località della periferia meridionale. Per la prima volta Israele aveva anche ordinato l’evacuazione di alcuni quartieri centrali di Beirut, e ha iniziato a bombardarli poco dopo.

Il ministero della Salute libanese ha detto però che almeno un quartiere del centro è stato colpito senza preavviso e che sono state uccise almeno dieci persone. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito in due minuti almeno 20 obiettivi legati a Hezbollah, e l’agenzia di stampa statale libanese ha riferito che è stato distrutto un palazzo che ospitava persone sfollate. Amin Sherri, un parlamentare libanese di Hezbollah, ha detto invece che le strutture del gruppo non sarebbero state colpite. Gli attacchi israeliani hanno colpito i quartieri di Ras Beirut, Mazraa, Msaytbeh, Zoqaq al-Blat e Noueiri. In serata, pochi minuti dopo il discorso di Netanyahu, un altro attacco ha colpito una zona commerciale di Beirut, secondo l’agenzia di stampa AFP.

– Leggi anche: Israele sta intensificando le operazioni di terra nel sud del Libano

Da mesi sono in corso anche complicate trattative su un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, che però si sono arenate a causa delle richieste inconciliabili delle parti.