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  • Martedì 26 novembre 2024

Israele ha compiuto un grosso attacco su Beirut

Poco prima dell'inizio di una riunione del governo israeliano sulla possibilità di accettare un cessate il fuoco con Hezbollah

I soccorritori cercano le vittime sul luogo dell'attacco aereo israeliano a Beirut, Libano, 26 novembre 
(AP Photo/Hassan Ammar)
I soccorritori cercano le vittime sul luogo dell'attacco aereo israeliano a Beirut, Libano, 26 novembre (AP Photo/Hassan Ammar)

Martedì pomeriggio Israele ha compiuto un grosso attacco su Beirut, la capitale del Libano. L’esercito israeliano ha colpito simultaneamente 10 punti della città, dopo aver trasmesso un ordine di evacuazione per molte località della periferia meridionale. Per la prima volta Israele ha anche ordinato l’evacuazione di alcuni quartieri centrali di Beirut, e ha iniziato a bombardarli poco dopo.

Il ministero della Salute libanese ha detto però che almeno un quartiere del centro è stato colpito senza preavviso: sono state uccise almeno tre persone, ma il numero potrebbe aumentare con il proseguire delle operazioni di soccorso. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito almeno 20 obiettivi legati a Hezbollah, e l’agenzia di stampa statale libanese ha riferito che è stato distrutto un palazzo che ospitava persone sfollate.

Gli attacchi sono avvenuti poco prima che il gabinetto di Sicurezza israeliano si riunisse per decidere se accettare o meno una proposta di cessate il fuoco di due mesi con Hezbollah, in Libano. Alla riunione partecipa anche il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Secondo i media israeliani e libanesi un accordo dovrebbe essere annunciato stasera, ma al momento non ci sono conferme né da parte di Hezbollah né da parte di Israele.

– Leggi anche: Sono stati fatti progressi per un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah

Durante le negoziazioni per il cessate il fuoco Israele e Hezbollah non hanno interagito direttamente, e il processo è stato mediato dagli Stati Uniti. L’ultima versione dell’accordo (che non è detto sarà quella eventualmente approvata) prevede il ritiro dell’esercito israeliano dalle zone meridionali del Libano, mentre Hezbollah dovrebbe spostare le sue forze a nord del fiume Litani (o Leonte). Nel sud del Libano si creerebbe così una zona cuscinetto dove dovrebbe intervenire l’esercito regolare libanese (che è diverso da quello di Hezbollah).

Durante le trattative Israele ha posto come condizione il permesso di intervenire direttamente nel caso in cui Hezbollah non rispetti le condizioni. Non è detto che Hezbollah accetti questo aspetto.

L’accettazione di un cessate il fuoco è ulteriormente complicata dalla situazione politica di Israele: il governo di destra di Netanyahu è sostenuto da politici ultranazionalisti, tra cui il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che si sono sempre opposti a un cessate il fuoco e hanno minacciato di ritirare l’appoggio al governo se venisse approvato.

Anche per questo Netanyahu ha spesso mantenuto una comunicazione ambigua, sostenendo in pubblico posizioni diverse (e generalmente più trancianti) di quelle che ha fatto filtrare privatamente, attraverso i negoziatori o i giornali. Da un lato si è sempre detto favorevole alle trattative, dall’altro ha escluso accordi e cambiato spesso le sue condizioni, con il risultato di creare confusione sulle sue reali intenzioni.

Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, il 7 ottobre del 2023, Hezbollah ha lanciato migliaia di razzi sul nord di Israele. Allo stesso tempo Israele ha bombardato intensamente il sud del Libano e la capitale Beirut, colpendo interi edifici residenziali e uccidendo migliaia di persone. A fine settembre l’esercito israeliano ha invaso il sud del Libano, sostenendo di voler mettere in sicurezza il suo confine settentrionale e smantellare la presenza di Hezbollah.

– Leggi anche: Israele sta intensificando le operazioni di terra nel sud del Libano

Da mesi sono in corso anche complicate negoziazioni su un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, che però si sono arenate a causa delle richieste inconciliabili delle parti.