In Uruguay sarà presidente Yamandú Orsi, di sinistra
Dopo cinque anni di governo del centrodestra: ha vinto il ballottaggio contro Álvaro Delgado, del partito del presidente uscente Luis Alberto Lacalle Pou
Il candidato della coalizione di sinistra Fronte ampio Yamandú Orsi sarà il prossimo presidente dell’Uruguay. Ha vinto domenica il ballottaggio con il candidato del centrodestra Álvaro Delgado, del partito del presidente uscente Luis Alberto Lacalle Pou, ottenendo il 49,8 per cento dei voti, contro il 45,9 del rivale.
Orsi riporterà quindi la sinistra al governo (l’Uruguay è una repubblica presidenziale), dopo cinque anni in cui aveva governato il centrodestra: non sono attesi però cambi davvero radicali, soprattutto nella gestione dell’economia. La democrazia dell’Uruguay è un’eccezione nel panorama attuale del Sudamerica: è molto solida, restano rilevanti i partiti cosiddetti “tradizionali” e la campagna elettorale è stata particolarmente corretta, con entrambi gli schieramenti che si sono detti disposti a collaborare in caso di sconfitta. Il presidente Lacalle Pou, piuttosto popolare, non poteva ricandidarsi per un secondo mandato, vietato dalla Costituzione: ancora prima del risultato definitivo ha chiamato Orsi per congratularsi.
Orsi ha 57 anni, è un ex insegnante di storia delle scuole superiori e fino a marzo è stato presidente della regione di Canelones, nel sud, la seconda più popolosa dell’Uruguay. Iniziò a fare politica quasi vent’anni fa nel Movimento di partecipazione popolare (MPP), il partito dell’ex presidente José “Pepe” Mujica, che lo sostiene. L’ex guerrigliero di sinistra resta ancora molto influente, nonostante sia malato e non ricopra più ruoli politici dal 2018.
Orsi aveva vinto al primo turno con il 44 per cento dei voti, mentre Delgado, ex deputato, senatore e segretario della presidenza nel governo di Lacalle Pou, aveva ottenuto il 27 per cento. In seguito si era però accordato con il partito di centrodestra Colorado e con altri tre partiti minori, fra cui uno di estrema destra, e alla vigilia del ballottaggio i sondaggi davano i due candidati molto vicini.
La campagna elettorale si è concentrata sui temi dell’economia e della sicurezza: Orsi ha promesso di continuare una politica aperta agli investimenti privati e stranieri, ma ha detto di volersi occupare principalmente del 10 per cento della popolazione che vive in condizioni di povertà. L’altro tema è stato il contrasto del narcotraffico, che ha aumentato il tasso di criminalità soprattutto nella regione di Montevideo, la capitale. In generale l’Uruguay resta un paese più sicuro della media in Sudamerica, ma gli omicidi (11 ogni 100mila abitanti) sono il doppio rispetto alla media mondiale, e 20 volte più che in Italia.
Il Fronte ampio che sostiene il nuovo presidente avrà la maggioranza anche al Senato (16 eletti su 30), ma non alla Camera, dove ha eletto 48 rappresentanti, due in meno dei 50 necessari: dovrà cercare accordi con l’opposizione, mentre sembra più improbabile trovarli con i due rappresentati di Identità Sovrana, partito antisistema, no vax e negazionista riguardo al cambiamento climatico.