Finalmente Sinner e Berrettini insieme
È quasi la prima volta che i due più forti tennisti italiani sono in forma nello stesso periodo: hanno stravinto la Coppa Davis e alla gente piace che siano amici
Nel novembre del 2023 l’Italia vinse la Coppa Davis di tennis per la prima volta dopo 47 anni grazie soprattutto alle prestazioni di Jannik Sinner: in quei giorni Matteo Berrettini era a Malaga con la Nazionale ma solamente come tifoso, visto che a causa di un infortunio non poteva partecipare al torneo. Un anno dopo l’Italia ha vinto di nuovo e Sinner è stato un’altra volta fondamentale, ma assieme a lui è stato determinante Matteo Berrettini, sia con i successi nelle partite di singolare in finale e in semifinale, sia con la vittoria nel decisivo doppio dei quarti di finale contro l’Argentina, giocato proprio in coppia con Sinner.
La Coppa Davis 2024 è stata una delle prime volte in cui due dei più forti tennisti italiani di sempre hanno giocato contemporaneamente ad alto livello, visto che negli ultimi anni Berrettini aveva avuto parecchi infortuni, e quando aveva raggiunto i suoi migliori risultati Sinner era ancora molto giovane, seppur già promettente. Ora invece Sinner, 23 anni, è il miglior tennista del mondo e Berrettini, 28, pare aver recuperato almeno in parte la brillantezza dei suoi giorni migliori: non a caso l’Italia ha sostanzialmente dominato la fase finale del torneo.
Nella finale contro i Paesi Bassi sia Sinner che Berrettini hanno vinto per 2 set a 0 la loro partita di singolare contro i rispettivi avversari, Botic van de Zandschulp e Tallon Griekspoor. Dopo la vittoria, in un’intervista data assieme a Supertennis, hanno raccontato di come l’anno scorso Sinner avesse promesso a Berrettini che un giorno avrebbero vinto insieme la Coppa Davis, e in generale nell’ultima settimana si sono dimostrati spesso affiatati e complici. La loro amicizia è una cosa non scontata in uno sport individuale e altamente competitivo come il tennis e in questi giorni è stata particolarmente apprezzata e raccontata dai media e dai tifosi, che per sintetizzarla hanno già coniato un nuovo termine: Sinnettini, una crasi dei due cognomi.
L’intervista di Berrettini e Sinner a Supertennis dopo la finale
Quando, tra il 2020 e il 2021, Sinner vinse i suoi primi titoli da professionista, Berrettini stava vivendo il suo periodo migliore: era entrato nei primi dieci della classifica mondiale ed era diventato il “primo italiano a” fare molte cose nel tennis maschile, tra le quali giocare una semifinale agli US Open, vincere una partita alle ATP Finals e soprattutto raggiungere la finale di Wimbledon. Nel 2023, mentre Sinner stava iniziando ad affermarsi come uno dei migliori tennisti al mondo, vincendo quattro tornei tra i quali il suo primo Masters 1000 (a Toronto), Berrettini uscì dalle prime 20 posizioni del ranking dopo quasi tre anni, soprattutto perché si intensificarono la frequenza e la gravità degli infortuni che già nell’anno precedente lo avevano condizionato.
Il 2024 eccezionale di Jannik Sinner – che ha perso solo 6 delle 79 partite giocate e ha vinto tra le altre cose due tornei del Grande Slam e le ATP Finals – e gli altri grandi successi del tennis italiano maschile e femminile hanno fatto passare in secondo piano l’annata nel complesso positiva di Berrettini. Pur non avendo ottenuto risultati di rilievo nei tornei principali, Berrettini ha ricominciato a giocare con discreta costanza e ha vinto tre tornei ATP 250, chiudendo la stagione al trentacinquesimo posto nel ranking, dopo che nel 2023 non aveva vinto nessun titolo e aveva finito al novantaduesimo posto. A settembre Berrettini aveva inoltre vinto altre tre partite di Coppa Davis, durante la prima fase, alla quale Sinner non partecipava.
Le vittorie dell’ultima settimana sono state però il momento in cui Berrettini è tornato al centro dell’attenzione. Ancor più di Sinner, alla cui eccezionale efficacia il pubblico si è addirittura quasi abituato (negli ultimi due mesi non ha perso nemmeno un set), Berrettini è stato il protagonista di questa Coppa Davis per la carica agonistica che ha mostrato, per il modo convincente e in parte inaspettato con cui ha vinto tutte le partite giocate, per l’entusiasmo con cui ha trascinato tifosi e compagni, tra i quali lo stesso Sinner. L’amicizia tra i due piace anche per il contrasto evidente tra i due caratteri, che non impedisce un rapporto di evidente affetto e stima: Berrettini è molto estroverso e vivace, Sinner (almeno pubblicamente) è più timido e riservato, sembra che stia imparando un po’ per volta a stare davanti alle telecamere e abituandosi al suo ruolo di leader. Con Berrettini accanto però pare gli venga tutto un po’ più facile.
Il fatto che, nel periodo forse migliore mai attraversato dal tennis italiano, tra i due più forti tennisti italiani ci sia quella che viene definita dai tifosi una bromance (cioè un rapporto quasi fraterno tra due amici) ha reso questo successo ancor più entusiasmante e coinvolgente per tifosi e appassionati.
Già nel 2021, quando sostituì Berrettini alle ATP Finals dopo un infortunio, Sinner disse: «Matteo, sei un idolo, questo torneo lo giochiamo per te, perché sei un grandissimo tennista e una persona incredibile». In questi giorni entrambi hanno menzionato la stima e l’affetto reciproco che li lega ogni volta che ne hanno avuto occasione: Sinner ha raccontato di quanto Berrettini sia stato importante per la sua crescita di questi anni, mentre Berrettini ha definito «un onore essere qua e giocare con il numero 1 del mondo» la partita giocata assieme contro l’Argentina. Lo scorso anno Sinner aveva mostrato di considerare Berrettini come un componente del gruppo che vinse la Coppa Davis, e Berrettini d’altro canto non è mai apparso invidioso dei successi di Sinner, nonostante abbiano in parte messo in ombra i risultati ottenuti da lui in precedenza.
La scorsa estate Sinner e Berrettini si sono affrontati al secondo turno del torneo di Wimbledon, in due momenti piuttosto diversi della loro carriera. Fu una partita equilibrata, intensa e spettacolare: vinse Sinner in quattro set e con tre tie-break (7-6, 7-6, 2-6, 7-6). I due mostrarono un livello di gioco complessivo che di solito si vede in un quarto di finale o in una semifinale, molto superiore insomma a quello di un secondo turno (l’incontro avvenne così presto nel torneo perché in quel periodo Berrettini era molto in basso nel ranking). Nel pubblico aumentò il rimpianto di averli visti poco giocare ai massimi livelli contemporaneamente: almeno fino a questa Coppa Davis, la prima nella quale entrambi sono stati protagonisti, e forse l’inizio di un periodo diverso, in cui tutti e due potrebbero competere per gli obiettivi più ambiziosi.