Inizi di stagione memorabili nello sport
E poi molti ce l'hanno fatta, ma qualcuno no (ve la ricordate la Roma di Rudi Garcia?)
I Cleveland Cavaliers sono finora la squadra più sorprendente dell’NBA, il campionato di basket nordamericano; la sconfitta di mercoledì contro i Boston Celtics ha fermato a 15 le vittorie consecutive con le quali avevano cominciato la stagione. Nella storia dell’NBA solamente una squadra aveva iniziato con un maggior numero di partite vinte di fila, i Golden State Warriors del 2015-2016, che persero per la prima volta alla venticinquesima partita, dopo un eccezionale 24-0 per aprire la stagione, il miglior avvio di stagione nella storia dell’NBA.
Non sempre le stagioni sportive cominciate in modo impeccabile o travolgente si sono concluse con una vittoria finale. Golden State fu la miglior squadra dell’NBA per tutto il campionato, ma perse il titolo all’ultima partita delle Finals; la Roma cominciò la Serie A di calcio 2013-2014 vincendo le prime dieci partite, ma alla fine arrivò seconda con 17 punti di svantaggio dalla Juventus; nel 1907 i New York Giants iniziarono il campionato statunitense di baseball con 22 vittorie nelle prime 25 partite, ma poi peggiorarono fino ad arrivare quarti.
Altre volte invece a grandi exploit iniziali sono seguiti finali altrettanto trionfali e sono venute fuori stagioni quasi perfette come la scorsa dello sciatore Marco Odermatt, che ha vinto 13 gare e 9 slalom giganti su 10 (tutti tranne l’ultimo), oppure proprio perfette – almeno in termini di risultati – come quella 2020-2021 di Conegliano nella pallavolo, che vinse tutte le partite dalla prima all’ultima, così come negli anni Settanta il Geas di Sesto San Giovanni, addirittura per due campionati femminili di basket consecutivi. Abbiamo messo insieme un po’ inizi di stagione memorabili di squadre e sportivi.
Basket
Dopo il 24-0 degli Warriors, il 15-0 con cui i Cavaliers hanno cominciato il campionato è come detto la seconda miglior striscia di sempre in NBA a pari merito con gli Houston Rockets del 1993-1994 e i Washington Capitals 1948-1949. Di queste squadre solamente i Rockets alla fine dell’anno vinsero il titolo. Golden State infatti proseguì alla grande, chiudendo la stagione regolare con 73 vittorie e appena 9 sconfitte. Era il periodo in cui i Warriors, allenati da Steve Kerr e già campioni in carica, stavano cambiando il basket con uno stile di gioco che puntava soprattutto sul tiro da tre punti: in quella stagione regolare furono la squadra che tentò più tiri da tre, 31,6 in media a partita, e che lo fece più efficacemente delle altre, segnandone il 41,6 per cento. Il playmaker Stephen Curry, considerato il miglior tiratore della storia della NBA, fu il primo a vincere all’unanimità il premio di MVP della stagione.
Arrivarono quindi ai playoff da favoriti, dopo aver battuto per una sola partita il record di stagione con più vittorie, che fino a quel momento apparteneva ai Chicago Bulls di Michael Jordan del 1995-1996. Nei primi due turni vinsero abbastanza agevolmente contro Houston e Portland (4-1 in entrambe le serie), mentre in finale di Conference faticarono parecchio contro gli Oklahoma City Thunder e riuscirono a vincere solamente nella decisiva settima partita, dopo che erano stati in svantaggio per 3 partite a 1.
Alle Finals trovarono, come l’anno precedente e come nei due successivi, i Cleveland Cavaliers: vinsero tre delle prime quattro partite, portandosi a una sola vittoria dal titolo. Cleveland però vinse le ultime tre partite della serie, compresa l’ultima che le consentì di battere Golden State e vincere il titolo, diventando la prima squadra di sempre a rimontare uno svantaggio di 3-1 nella serie finale. Nelle ultime tre partite fu determinante LeBron James, che segnò 41 punti sia nella quinta sia nella sesta partita, mentre nella settima fece 27 punti, 11 rimbalzi, 11 assist, oltre all’iconica stoppata su Andre Iguodala quando la partita era sull’89-89 a meno di due minuti dalla fine.
Fu una delusione per Golden State, che quell’anno si era dimostrata la squadra più forte e costante, ma non durò molto: in estate arrivò anche Kevin Durant, uno dei migliori giocatori del campionato, e i Warriors vinsero i due successivi titoli dominando nelle Finals proprio contro Cleveland, battuta la prima volta 4-1 e la seconda 4-0.
LA stoppata
Nel basket italiano invece il miglior inizio di stagione si allungò talmente tanto da diventare un intero campionato senza sconfitte e poi ancora fino a due campionati consecutivi da imbattute, quelli giocati dal GEAS di Sesto San Giovanni tra il 1973 e il 1975. Negli anni Settanta, in cui fu proprietario l’imprenditore edile Azeglio Maumary, la squadra femminile del Gruppo Escursionistico Atletico Sestese fu nettamente la miglior squadra d’Italia e vinse 8 Scudetti in 9 anni (e anche vari campionati giovanili) e la Coppa dei Campioni del 1978. Nella stagione 1973-1974 dominò il campionato vincendo 22 partite su 22 con uno scarto medio di 37,2 punti sulle avversarie (addirittura di 46,4 in casa): contro Faenza vinse di 90 punti, 112-22.
L’anno dopo si ripeté, vincendo tutte le partite con una doppia cifra di vantaggio, a dimostrazione di come non ci fossero avversarie all’altezza. Nella GEAS giocavano molte delle più forti cestiste di quegli anni, tra le quali spiccava Mabel Bocchi, di ruolo centro, che nel 1975 fu premiata come miglior giocatrice dei Mondiali, in cui l’Italia arrivò quarta, e in seguito ebbe anche una carriera di successo come opinionista, con La Domenica Sportiva e con La Gazzetta dello Sport.
Pallavolo
Fu ancor più eccezionale il 2020-2021 dell’Imoco Conegliano, la miglior squadra femminile di pallavolo degli ultimi anni. In quella stagione la squadra allenata da Daniele Santarelli, per la quale giocavano tra le altre Paola Egonu, Myriam Sylla, Joanna Wolosz e Monica De Gennaro, vinse non solo tutte le partite di campionato, ma anche quelle nelle altre competizioni che giocò, aggiudicandosi la Coppa Italia, la Supercoppa italiana e soprattutto la prima Champions League della sua storia (la principale coppa europea). In totale furono 48 vittorie su 48: se si aggiungono quelle con cui finì la stagione precedente e quelle con cui cominciò la successiva, il conto totale arrivò a 76, la più lunga serie di vittorie consecutive mai registrata nella pallavolo europea.
– Leggi anche: Da dove viene il dominio di Conegliano nella pallavolo femminile
Calcio
Nella stessa stagione in cui Conegliano rimase imbattuta, la Juventus femminile vinse il campionato con 22 vittorie in altrettante partite, un record senza precedenti o eguali nel calcio italiano. In quello maschile, come detto, il miglior inizio fu invece quello della Roma 2013-2014. Nell’estate del 2013, dopo una stagione piuttosto complicata in cui era arrivata sesta in campionato e aveva perso la finale di Coppa Italia contro la Lazio, la Roma prese come nuovo allenatore il francese Rudi Garcia. Negli anni precedenti Garcia aveva ottenuto ottimi risultati con il Lille, riuscendo a vincere la Ligue 1 (il campionato francese) e la Coppa di Francia nel 2011.
Il suo impatto alla Roma fu travolgente: la squadra cominciò subito a giocare un calcio piacevole ed efficace, fondato soprattutto sul possesso palla e sul pressing. Il centrocampo composto da Daniele De Rossi, Miralem Pjanic e Kevin Strootman le permetteva di gestire il pallone e i ritmi del gioco, mentre in attacco Francesco Totti era – come quasi sempre gli è capitato in carriera – eccezionale nel creare azioni e occasioni per se stesso e per i compagni. Il costante controllo del pallone e la grande aggressività nel cercare di recuperarlo permisero alla Roma di rischiare pochissimo in difesa, dove la coppia di difensori centrali formata da Mehdi Benatia e Leandro Castán fu protagonista di un eccellente inizio di stagione.
Nelle prime dieci partite, la Roma subì un solo gol: nello stesso periodo della stagione precedente, con Zdenek Zeman come allenatore, ne aveva subiti 19. I due allenatori impiegavano lo stesso schema di gioco, il 4-3-3, e giocavano un calcio propositivo e d’attacco, ma con Garcia la Roma all’inizio era una squadra molto equilibrata e bilanciata. Oltre a non subire praticamente mai gol, ne segnò parecchi, ottenendo vittorie importanti e convincenti: 2-0 contro la Lazio, 5-0 contro il Bologna, 3-0 in casa dell’Inter e 2-0 contro il Napoli. Vinse le prime dieci partite di Serie A, in quella che rimane ancora oggi la più lunga serie di vittorie consecutive per cominciare un campionato (mentre la serie più lunga in assoluto fu quella dell’Inter tra il 2006 e il 2007, quando vinse 17 partite).
La vittoria della Roma nel derby contro la Lazio, con i gol di Federico Balzaretti e Adem Ljajic
A quelle dieci vittorie seguirono però quattro pareggi consecutivi, nei quali la Roma cominciò a mostrarsi meno brillante ed efficace. Nel frattempo la Juventus, che aveva vinto gli ultimi due Scudetti con Antonio Conte, aveva cominciato a giocare molto bene e aveva vinto dodici partite consecutive tra la nona e la ventesima giornata. Il primo scontro diretto tra le due squadre fu alla diciassettesima giornata: fu la partita in cui la Juventus superò la Roma in classifica, vincendo 3-0 con i gol di Mirko Vucinic, Claudio Marchisio e Fabio Quagliarella. Da quel momento la squadra di Garcia non riuscì più a tenere il ritmo della Juventus.
La Roma giocò comunque un campionato di altissimo livello, al termine del quale totalizzò 85 punti, che sono il suo secondo miglior risultato di sempre e raggiunto peraltro nonostante le tre sconfitte nelle ultime tre partite, quando il campionato era ormai deciso. La Juventus di Conte dimostrò di essere una squadra quasi senza rivali in quella stagione: chiuse con 102 punti grazie a 33 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, battendo il record di punti nella storia della Serie A. Anche nella stagione successiva la Roma arrivò seconda; Garcia fu poi esonerato nel gennaio del 2016, dopo un deludente inizio di campionato.
Quelle dieci vittorie consecutive furono un risultato notevole; nel campionato inglese il miglior inizio di stagione fu quello del Chelsea 2005-2006, che ne vinse nove di fila e alla fine vinse la Premier League, mentre in quello spagnolo il Real Madrid allenato da Miguel Muñoz negli anni Sessanta per due volte riuscì a cominciare il campionato con undici vittorie consecutive. La più lunga serie di vittorie per cominciare un campionato maschile di calcio in Europa dovrebbe essere invece quella dell’Újpesti TE, una squadra di Budapest che nel 1945-1946 riuscì a vincere tutte e 26 le partite della prima fase del campionato, che si aggiudicò poi in una seconda fase a cui partecipavano solamente le prime cinque classificate.
Tennis
Nel tennis, uno sport in cui non si assegna un solo trofeo alla fine della stagione, è facile che a grandi inizi siano corrisposti grandi successi. Il 2011 fu l’anno della definitiva affermazione di Novak Djokovic, che cominciò con 41 vittorie consecutive, durante le quali vinse gli Australian Open, l’ATP 500 di Dubai, il Masters 1000 di Indian Wells, il Masters 1000 di Miami, il Serbia Open, il Masters 1000 di Madrid e gli Internazionali d’Italia, battendo nelle varie finali Andy Murray, Roger Federer e ben quattro volte Rafael Nadal, due delle quali sulla terra rossa. La prima sconfitta fu a inizio giugno, nella semifinale del Roland Garros contro Roger Federer.
Le 41 vittorie consecutive non comunque sono il miglior inizio di stagione nella storia del tennis maschile: lo statunitense John McEnroe vinse le prime 42 partite del 1984. Quell’anno vinse vari tornei, tra i quali Wimbledon e gli US Open, ma la prima sconfitta stagionale, quella nella finale del Roland Garros contro il cecoslovacco Ivan Lendl, fu particolarmente dolorosa. McEnroe, che aveva 25 anni all’epoca, ci arrivò in un momento di forma eccezionale. Anche sulla terra rossa, dove solitamente non eccelleva, era sembrato difficilmente battibile: aveva raggiunto la finale perdendo un solo set (agli ottavi di finale) e superando in semifinale il leggendario Jimmy Connors con il punteggio di 7-5, 6-1, 6-2.
Il 10 giugno 1984 la finale contro Lendl cominciò bene per McEnroe, che vinse abbastanza agevolmente i primi due set (6-3 e 6-2). Con il passare del tempo però Lendl lo mise sempre più in difficoltà e McEnroe fu meno brillante nei momenti decisivi, perdendo i successivi tre set 6-4, 7-5 e 7-5. Non fu solo la prima sconfitta stagionale dopo 42 vittorie consecutive, ma anche la volta in cui andò più vicino a vincere il Roland Garros: negli anni successivi infatti non riuscì più a tornare in finale.
Sempre nel 1984, la statunitense-cecoslovacca Martina Navratilova giocò la miglior stagione di sempre nel tennis. Perse la prima partita dell’anno a dicembre, quando le mancavano solamente due vittorie per completare il Grande Slam, cioè vincere tutti e quattro gli Slam in una stagione. Perse in semifinale agli Australian Open (che all’epoca si giocavano alla fine dell’anno, invece che all’inizio come adesso) contro la cecoslovacca Helena Suková. La sconfitta pose fine una serie di 74 vittorie consecutive di Navratilova, che in quegli anni era quasi imbattibile, visto che perse appena sei partite tra il 1982 e il 1984, un periodo di dominio mai più raggiunto nel tennis.
Motori
Se in questa stagione nella Formula 1 c’è un certo equilibrio, con sette piloti diversi che sono riusciti a vincere almeno una gara, nella scorsa ci fu un dominio quasi incontrastato della Red Bull e di Max Verstappen. La stagione cominciò con 14 vittorie consecutive della scuderia austriaca, dodici delle quali di Verstappen (le altre due del messicano Sergio Pérez) e si concluse con 21 vittorie in 22 Gran Premi. L’unico che riuscì a interrompere la serie, che è comunque il miglior inizio di stagione per una scuderia nella storia della Formula 1, fu lo spagnolo della Ferrari Carlos Sainz, che a Singapore arrivò primo nella quindicesima gara della stagione.
Nella MotoGP è forse ancor più difficile essere costanti, perché gli incidenti e le cadute sono più frequenti. Fu per questo eccezionale l’inizio di stagione dello spagnolo Marc Márquez nel 2014. Dopo aver vinto il suo primo Mondiale in MotoGP l’anno precedente, Márquez vinse le prime dieci gare consecutive del Mondiale 2014, staccando nettamente gli avversari in classifica. Chiuse il Mondiale vincendo in tutto 13 gare su 18, ancora oggi un record.
Altre stagioni perfette
In alcuni sport ci sono squadre italiane che hanno segnato alcuni periodi con un dominio abbastanza incontrastato. La Pro Recco maschile nella pallanuoto è una di queste: tra il 2015 e il 2017 ottenne 73 vittorie consecutive nel campionato italiano, vincendo quello del 2016 con solo vittorie e quello del 2017 con una sola sconfitta, all’ultima giornata, contro Brescia. Nell’hockey su prato ha fatto una cosa simile Bra, che ha vinto 10 degli ultimi 17 campionati, tra i quali quello del 2020-2021 (che a quanto pare è stata un’annata proficua per le squadre quasi imbattibili) vincendo tutte le partite.