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  • Domenica 24 novembre 2024

Le foto della manifestazione femminista di Non una di meno a Roma 

Per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e mentre in Francia è in corso il processo per il caso di Gisèle Pelicot

(AP Photo/Andrew Medichini)
(AP Photo/Andrew Medichini)
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Sabato a Roma c’è stata una grossa manifestazione organizzata dal movimento femminista Non Una Di Meno (NUDM), alla vigilia della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che è domani, il 25 novembre. Il corteo ha coinvolto migliaia di persone, 150mila secondo NUDM: è partito da piazzale Ostiense e ed è arrivato a piazza Vittorio Emanuele II.

Quest’anno la manifestazione di NUDM non si è tenuta solo in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ma in concomitanza con due fatti legati alla violenza sulle donne che hanno avuto un forte impatto sull’opinione pubblica: l’anniversario del femminicidio di Giulia Cecchettin e il processo per il caso di Gisèle Pelicot.

Quello di Pelicot è uno dei processi più seguiti degli ultimi anni in Francia, in cui sono imputati 51 uomini accusati di averla stuprata mentre era priva di sensi con la complicità del suo ormai ex marito, Dominique Pelicot, che l’avrebbe resa incosciente numerose volte dandole di nascosto dei farmaci. Le violenze sarebbero andate avanti per dieci anni. Proprio in occasione del 25 novembre, a Milano l’artista di strada Laika ha realizzato un murale in cui ritrae Cecchettin e Pelicot, una a fianco all’altra, col pugno alzato.

Nel corso della manifestazione sono stati esposti striscioni con i nomi delle 106 donne che secondo l’osservatorio di NUDM sono state uccise dall’inizio del 2024 in femminicidi, cioè in omicidi di donne compiuti da uomini e originanti anche da stereotipi di genere e da dinamiche di controllo, manipolazione o violenza fisica o psicologica nei confronti delle stesse donne.

La manifestanti hanno protestato contro quella che considerano inadeguatezza delle istituzioni rispetto a questo problema: è stata versata della vernice fucsia contro la sede dell’assessorato alle Politiche sociali del comune di Roma, ed è stata incendiata una foto del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che di recente ha fatto alcune dichiarazioni sui femminicidi che sono state molto contestate.

Presentando alla Camera dei deputati una fondazione dedicata proprio a Cecchettin e al contrasto alla violenza di genere, Valditara aveva detto di ritenere che il patriarcato – cioè la cultura da cui origina la violenza di genere – sia terminato con la riforma del diritto di famiglia del 1975, e che oggi si possa tuttalpiù parlare di «residui di maschilismo».

Valditara aveva inoltre attribuito gli episodi di violenza contro le donne (che a differenza di altri tipi di omicidi non sono diminuiti negli ultimi trent’anni) all’immigrazione irregolare, e quindi, implicitamente, a culture diverse da quella italiana. Nel corso del corteo le manifestanti hanno in più di un’occasione alzato in alto i propri mazzi di chiavi, simbolo del fatto che la gran parte dei femminicidi viene compiuta da conviventi, come mariti o compagni, quindi all’interno delle case e da parte di uomini italiani.

Nel corso del corteo si è manifestato anche per fatti accaduti all’estero, e in vari modi legati alla violenza di genere. In solidarietà con Ahoo Daryaei, la studentessa iraniana arrestata dopo essersi spogliata in pubblico, alcune donne hanno manifestato a torace nudo. Nel corso della manifestazione è stata chiesta anche l’interruzione dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza.