La vicepresidente delle Filippine ha minacciato di far uccidere il presidente
In una conferenza stampa fatta di notte, in circostanze un po' assurde, e dopo mesi di dissidi politici e famigliari col presidente
Nella notte tra venerdì e sabato la vicepresidente delle Filippine Sara Duterte ha tenuto una conferenza stampa in cui ha detto di aver incaricato una persona di uccidere il presidente del paese, Ferdinand Marcos Jr., come ritorsione nell’eventualità in cui lei venga uccisa. Duterte ha detto che assieme a Marcos Jr. verrebbero uccisi anche sua moglie, la first lady Liza Araneta, e lo speaker della Camera Martin Romualdez, parente del presidente e a lui molto vicino.
Duterte ha detto: «Non preoccupatevi per la mia sicurezza perché ho già parlato con una persona. Gli ho detto: “Se verrò uccisa, uccidi BBM [le iniziali di Marcos], Liza Araneta e Martin Romualdez». Ha poi aggiunto: «Ho dato il mio ordine: “Se muoio, non fermatevi finché non li avrete uccisi”».
Ad attirare l’attenzione sulle parole di Duterte, che attualmente è vicepresidente e fino a pochi mesi fa era anche ministra dell’Istruzione, non è stata solo la minaccia formale di aver già pianificato la possibile uccisione del presidente, ma anche le circostanze in cui ha tenuto la conferenza stampa: di notte, su Zoom, per quasi tre ore e in collegamento con Zuleika Lopez, la sua capa dello staff che nel frattempo è temporaneamente detenuta perché accusata di aver ostacolato un’inchiesta parlamentare su possibili illeciti nell’utilizzo del budget a disposizione di Duterte.
Lopez si è connessa alla conferenza stampa di Duterte dalla struttura in cui è attualmente detenuta, a luci spente per non farsi vedere dalla polizia, e ha pianto in diretta parlando dei piani del governo di trasferirla in una prigione femminile: il giornale filippino Rappler ha definito le circostanze della conferenza stampa nel suo complesso «caotiche e teatrali».
Per capire le parole di Duterte e come si è arrivati a questa conferenza stampa bisogna fare un passo indietro. Duterte e Marcos Jr., il presidente, governano insieme dal 2022 e appartengono alle due più importanti dinastie politiche filippine.
Duterte, che ha 46 anni, è la figlia dell’ex presidente Rodrigo Duterte, che ha governato il paese tra il 2016 e il 2022 con politiche molto dure sul contrasto alla diffusione della droga, in cui almeno 6mila persone sospettate di spaccio o tossicodipendenza vennero uccise in una serie di discusse operazioni della polizia. Le politiche di Duterte, difese dalla figlia, sono state estesamente criticate da diverse organizzazioni per i diritti umani e sono attualmente oggetto di un’indagine della Corte penale internazionale: tuttavia lui continua a mantenere molta influenza sulla politica filippina, anche attraverso i suoi figli (Sebastian Duterte, fratello di Sara, è sindaco di Davao, città in cui il padre era già stato sindaco per oltre vent’anni).
Ferdinand Marcos Jr., che ha 67 anni, è invece il figlio dell’ex dittatore Ferdinand Marcos, che tra gli anni Sessanta e Ottanta impose nel paese un duro regime in cui decine di migliaia di oppositori politici furono torturati o uccisi. Marcos Jr. ha in varie occasioni cercato di riabilitare gli anni di regime di suo padre, edulcorandoli e presentandoli come una specie di “età dell’oro” delle Filippine.
Duterte e Marcos Jr. vinsero le elezioni del 2022 in maniera schiacciante e si presentarono come una coppia in grado di tutelare e rafforzare l’unità nazionale.
Da allora le cose sono cambiate. I rapporti tra Duterte e Marcos Jr. si sono progressivamente deteriorati, anche per via di fondamentali differenze su alcune importanti questioni, come i rapporti con la Cina e la gestione della sua influenza sul mar Cinese Meridionale: Marcos Jr. ha atteggiamenti molto più duri e assertivi di Duterte, che come suo padre ha una visione più conciliante dei rapporti con la Cina.
Duterte ha nel frattempo iniziato ad accusare pubblicamente Marcos Jr. e i suoi alleati politici di corruzione, incompetenza e di voler perseguitare per ragioni politiche tutta la sua famiglia e i suoi sostenitori. Lo scorso giugno, sempre per dissidi con Marcos Jr., Duterte si era dimessa da ministra dell’Istruzione e da dirigente di un organo locale che si occupa di gestire eventuali insurrezioni armate anti-governative.
Gli scambi di accuse tra Duterte e Marcos Jr. si sono fatti sempre più intensi e sono arrivati a coinvolgere anche i rispettivi padri: Marcos Jr. si è scambiato pubbliche accuse con Rodrigo Duterte, che è ancora vivo, attivo in politica (di recente ha detto di volersi ricandidare a sindaco di Davao), influente, e con cui Marcos Jr. continua ad avere divergenze su vari temi, dalla politica estera, alla gestione interna del potere e a una serie di riforme costituzionali in discussione nel paese.
Circa un mese fa Sara Duterte ha minacciato invece di dissotterrare i resti del padre di Marcos Jr., Ferdinand Marcos, e di buttarli in mare, in quello che è stato raccontato e percepito da Marcos Jr. come un attacco nei suoi confronti.
La conferenza stampa in cui Duterte ha detto di aver incaricato qualcuno di uccidere Marcos Jr. nel caso in cui lei venisse uccisa è stata organizzata al termine di mesi in cui le accuse reciproche hanno cominciato ad avere conseguenze politiche concrete: anzitutto le dimissioni di Duterte dai propri incarichi governativi, esclusa la vicepresidenza. In secondo luogo, l’indagine avviata contro la sua capa dello staff, Zuleika Lopez, che Duterte ritiene motivata dalla volontà politica di Marcos Jr. di perseguitare lei e i suoi collaboratori.
Duterte ha minacciato di far uccidere Marcos Jr. rispondendo a una domanda su eventuali suoi timori per la propria sicurezza. Non è chiaro se le sue dichiarazioni avranno conseguenze: secondo quanto previsto dal codice penale filippino, commenti del genere potrebbero essere giudicati un reato, punibile con una multa o addirittura con la detenzione.
– Leggi anche: Lo «squadrone della morte» di Rodrigo Duterte