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  • Sabato 23 novembre 2024

Cos’è questa storia del nuovo missile russo

L'Oreshnik è un nuovo missile balistico a medio raggio che potrebbe mettere in difficoltà le difese ucraine, ma non bisogna esagerare con gli allarmismi

Vladimir Putin (EPA/VYACHESLAV PROKOFYEV/SPUTNIK)
Vladimir Putin (EPA/VYACHESLAV PROKOFYEV/SPUTNIK)

Venerdì il presidente autoritario russo Vladimir Putin ha annunciato in un messaggio televisivo che la Russia vuole continuare a impiegare in Ucraina altri Oreshnik, un nuovo tipo di missile balistico a medio raggio lanciato giovedì contro la città ucraina di Dnipro. L’Oreshnik, che in russo significa nocciolo, è un nuovo missile con ogni probabilità mai lanciato prima, le cui caratteristiche hanno provocato una certa preoccupazione in Ucraina e in Europa: negli scorsi giorni vari paesi occidentali hanno chiuso le proprie ambasciate a Kiev, e venerdì l’Ucraina ha annullato una seduta plenaria del proprio parlamento, per timore di attacchi aerei russi.

Il missile Oreshnik lanciato su Dnipro in realtà non ha provocato danni molto più vistosi di tanti altri missili che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina in questi anni. Come si vede dai video dell’impatto, il missile è in grado di trasportare sei cariche esplosive, che possono poi dividersi in cariche più piccole. Queste cariche, si vede nei video, non hanno provocato grosse esplosioni, ed è perfino possibile che fossero inerti, cioè che al loro interno non contenessero esplosivo.

Questo perché il lancio dell’Oreshnik è stato anzitutto un test, e in secondo luogo un messaggio. Che si sia trattato di un test (e di un test fatto sul territorio ucraino) l’ha detto anche Vladimir Putin, che si è congratulato per la sua buona riuscita. Si è trattato poi di un messaggio perché missili di questo tipo sono tradizionalmente pensati per trasportare testate nucleari. In questo caso ovviamente le testate non c’erano, ma Putin ha evidentemente voluto avvertire l’Ucraina e l’Occidente. Con ogni probabilità il lancio del missile è una risposta alla decisione degli Stati Uniti e del Regno Unito di consentire all’Ucraina di lanciare missili ATACMS in territorio russo.

L’Oreshnik non è certamente il missile più potente all’interno dell’arsenale russo, né il più distruttivo né quello con la gittata più lunga. Il missile, peraltro, è stato probabilmente realizzato a partire da modelli di missili precedenti, a cui sono stati fatti alcuni potenziamenti.

Ma l’Oreshnik è comunque un missile potente, al punto che, subito dopo il lancio, l’Ucraina aveva sostenuto che la Russia avesse utilizzato un missile balistico intercontinentale (ICBM), che sono i missili più potenti e con la gittata più lunga (superiore ai 5.500 chilometri) negli arsenali contemporanei. L’Oreshnik è invece un missile a medio raggio, che ha una gittata minore, probabilmente tra i 3.000 e i 5.500 chilometri.

L’Oreshnik è poi un missile molto veloce, che secondo analisi ucraine ha raggiunto Mach 11, cioè circa 13.600 chilometri all’ora. Anche in questo caso: gli arsenali moderni hanno già da tempo missili più veloci, che arrivano anche a Mach 20.

Con la sua velocità e la sua gittata, l’Oreshnik sarebbe un missile estremamente difficile da intercettare per le difese ucraine (e, potenzialmente, europee). Al tempo stesso missili come l’Oreshnik sono costosi e lunghi da produrre, e non possono essere usati in quantità massicce come i missili da crociera che la Russia lancia quotidianamente contro le città ucraine. L’Ucraina sta già chiedendo agli Stati Uniti nuovi sistemi di difesa più avanzati, perché quelli attuali potrebbero faticare contro attacchi con missili balistici.

In questi giorni la propaganda russa ha cercato di presentare il nuovo missile come una minaccia esistenziale non soltanto per l’Ucraina, ma per l’Europa, mostrando video delle capitali europee colpite:

Bisogna però evitare allarmismi eccessivi: benché l’introduzione dell’Oreshnik nella guerra in Ucraina sia uno sviluppo importante e preoccupante, la Russia ha da sempre missili più potenti nel suo arsenale, e gli esperti sono abbastanza concordi nel sostenere che il nuovo missile non cambierà in maniera rilevante l’andamento del conflitto.