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  • Venerdì 22 novembre 2024

Due razzi hanno colpito una base UNIFIL in Libano, ferendo quattro militari italiani

Probabilmente sono stati lanciati da Hezbollah; i militari non sono in pericolo di vita

una camionetta e un muro danneggiati da un'esplosione
La base colpita (collage realizzato da ANSA/NPK)
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Venerdì due razzi hanno colpito la base UNIFIL di Shama, nel sud del Libano, ferendo in modo lieve quattro militari italiani: nessuno di loro è in pericolo di vita. L’UNIFIL ha detto che i razzi sono stati «probabilmente» lanciati da Hezbollah. Ha aggiunto che questi hanno colpito un bunker e uno spazio dedicato alla logistica, danneggiando le infrastrutture. Uno degli ambienti colpiti ha preso fuoco, ma le fiamme sono state spente rapidamente dal personale. Secondo fonti del ministero della Difesa italiano la base non sarebbe stata il vero obiettivo dei razzi, ma sarebbe stata colpita per errore.

UNIFIL è la missione dell’ONU nel sud del Libano. Negli ultimi mesi le sue basi sono state oggetto di diversi attacchi, alcuni compiuti anche dall’esercito israeliano. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato il recente attacco contro la base di Shama definendo «inaccettabili» questi episodi, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che Hezbollah «non può pensare di giocare con le armi. Se non le sanno usare decidano di fare altro».

L’UNIFIL ha detto che nella zona di Shama e Naqura sono in corso combattimenti e bombardamenti intensi: è la terza volta nel giro di una settimana che la base di Shama viene coinvolta in un attacco. Era già successo il 15 novembre, quando una granata inesplosa era caduta sulla palestra della base (senza causare feriti), e il 19 novembre: anche in quell’occasione non c’erano stati morti né feriti, ma cinque soldati italiani erano stati tenuti per un po’ sotto osservazione nell’infermeria della base.

– Leggi anche: Gli attacchi contro due basi dell’UNIFIL, in Libano

L’acronimo UNIFIL sta per United Nations Interim Force In Lebanon (Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano). La missione è nata nel 1978, dopo una guerra tra Israele e Libano, per garantire il rispetto del confine fra i due paesi (che in realtà non è un confine ma una “linea di demarcazione”, la cosiddetta “linea blu”). La missione ha circa 50 piccole basi e postazioni sparse per il sud del Libano, molte delle quali si trovano nelle zone che sono state invase da Israele a partire da inizio ottobre.

Poco dopo l’inizio dell’invasione, l’esercito israeliano aveva ordinato all’UNIFIL di evacuare le proprie basi che si trovano entro cinque chilometri dalla “linea blu” e di ritirare le proprie forze dal sud del Libano. Ma i paesi che compongono la missione (tra cui l’Italia) si erano rifiutati di farlo e avevano deciso di mantenere i soldati nelle proprie posizioni, anche perché abbandonarle avrebbe significato violare il mandato dell’ONU. A quel punto sono cominciate varie azioni di disturbo e di minaccia da parte dell’esercito israeliano contro le basi UNIFIL in Libano, a cui ultimamente si sono aggiunti anche attacchi di Hezbollah.