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  • Venerdì 22 novembre 2024

Trump ha scelto Pam Bondi come procuratrice generale degli Stati Uniti

L'ex procuratrice della Florida prenderà il posto di Matt Gaetz, coinvolto in vari scandali, che giovedì aveva rinunciato all'incarico

Pam Bondi nel 2020 (Chip Somodevilla/Getty Images)
Pam Bondi nel 2020 (Chip Somodevilla/Getty Images)
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Il presidente eletto Donald Trump ha scelto Pam Bondi come procuratrice generale degli Stati Uniti, un incarico che corrisponde a quello di ministro della Giustizia ma ha più potere che in Italia perché può avviare indagini e azioni giudiziarie. Bondi è stata annunciata dopo che Matt Gaetz, indicato giorni fa, aveva rinunciato a ricoprire questo ruolo: Gaetz è considerato un fedelissimo del presidente eletto, ha posizioni estremiste e radicali, e la sua nomina era stata criticata fin dall’inizio anche da diversi esponenti del Partito Repubblicano per una serie di scandali in cui è coinvolto. Si era peraltro dimesso da deputato, incarico che ricopriva dal 2017, proprio in seguito alla nomina da parte di Trump.

Bondi è una candidata considerata meno divisiva di Gaetz, ma resta comunque una figura problematica per aver ricoperto ruoli di alto profilo in numerose battaglie legali e politiche a sostegno di Trump.

Ha 59 anni ed è stata la prima procuratrice donna della Florida. Ha ricoperto l’incarico dal 2011 al 2019, concentrandosi sulla lotta al traffico di droga e di minori. Ha sostenuto anche battaglie legali di parte, come l’opposizione ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e alla legalizzazione della marijuana a fini terapeutici. Si è anche unita al tentativo di ribaltare l’Affordable Care Act, la riforma sanitaria fortemente voluta da Barack Obama e approvata durante la sua presidenza. Dal 2019 Bondi ha iniziato a lavorare come lobbista per Ballard Partners, un’importante società con sede in Florida e gestita da Brian Ballard, stretto collaboratore e finanziatore di Trump. Bondi ha lavorato per clienti di alto profilo come General Motors, Amazon e Uber.

Attualmente guida il ramo legale dell’America First Policy Institute, un think tank di destra che ha stretti legami con Trump. Ha già fatto parte del suo team legale durante il suo primo impeachment, cioè la rimozione forzata da un incarico governativo. Bondi ha anche supervisionato la presentazione di cause legali relative al voto negli stati in bilico. Verso la fine di questa campagna elettorale ha iniziato ad apparire più frequentemente come sostituta ai suoi comizi, in particolare nei territori dove Trump cercava di mostrare il suo sostegno alle donne.

In passato di lei si era parlato per una donazione che Trump aveva fatto nel 2013 a sostegno della sua rielezione a procuratrice della Florida: la donazione fu considerata sospetta perché avvenuta quando il suo ufficio stava valutando di unirsi a una causa intentata dal procuratore generale di New York contro la Trump University. Ha sempre negato che la donazione abbia avuto un ruolo nella sua decisione di non avviare infine l’indagine.

Bondi ha criticato apertamente le varie cause legali a carico di Trump, e mesi fa si è recata a New York per presenziare al suo processo per i rimborsi illeciti all’attrice porno Stormy Daniels.

Il suo ruolo da procuratrice generale sarà particolarmente importante nel prossimo mandato di Trump proprio per le accuse a suo carico: chi è a capo del dipartimento di Giustizia potrebbe infatti decidere di chiudere o sospendere i processi contro Trump, e anche avviare indagini contro i suoi oppositori politici, cosa che Trump ha detto spesso di voler fare. Anche per questo, Trump voleva mettere a capo del dipartimento di Giustizia una persona fedele, cioè che non si metta di traverso alle sue richieste e segua scrupolosamente le sue direttive.

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