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  • Venerdì 22 novembre 2024

Il caso attorno al vincitore del più importante premio letterario francese

Una donna ha accusato Kamel Daoud di aver usato la sua storia, appresa grazie alla moglie psichiatra, per un libro sulla guerra civile algerina

Kamel Daoud festeggia la vittoria del premio Goncourt a Parigi, lo scorso 4 novembre (EPA/ Christophe Petit Tesson via ANSA)
Kamel Daoud festeggia la vittoria del premio Goncourt a Parigi, lo scorso 4 novembre (EPA/ Christophe Petit Tesson via ANSA)
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Il giornalista e scrittore algerino Kamel Daoud è stato denunciato per via del suo ultimo libro, Houris‚ vincitore a inizio novembre del prestigioso premio Goncourt, il riconoscimento più importante per la letteratura in lingua francese. Il libro racconta la storia di una ragazza muta a causa di un taglio alla gola subìto durante la guerra civile degli anni Novanta in Algeria, un tema di cui peraltro nel paese è vietato scrivere: adesso una donna algerina sostiene che Daoud abbia basato la trama sulla sua storia personale, senza il suo consenso, con l’aiuto della moglie che la seguiva come psichiatra. La vicenda peraltro sembra anche avere assunto i contorni di un caso politico.

Saada Arbane sopravvisse con pesanti conseguenze a un attacco in cui furono uccisi vari membri della sua famiglia. Era una bambina e un militante le tagliò la gola, provocandole una grave ferita. La guerra civile in Algeria era cominciata dopo la vittoria del principale partito islamista algerino alle elezioni parlamentari del 1991, le prime multipartitiche dall’indipendenza del paese. Nel lungo e brutale conflitto che impedì agli islamisti di andare al potere furono uccise tra le 150 e le 200mila persone. Ora Arbane può parlare solo grazie a una cannula.

In un’intervista data la settimana scorsa al canale televisivo algerino El Djazairia One, la donna ha detto che dal 2015 era seguita dalla psichiatra Aicha Dahdouh, l’attuale moglie di Daoud. A suo dire molti dettagli presenti nella trama del libro sono proprio quelli che aveva raccontato a Dahdouh, tra cui «le sue ferite, la sua cannula per parlare, i suoi tatuaggi, il suo parrucchiere», ma anche il suo rapporto con la madre e il suo desiderio di abortire. Secondo Arbane la sua psichiatra avrebbe raccontato la sua storia al marito: tre anni fa Daoud le aveva chiesto di incontrarla, ha detto, ma lei aveva rifiutato quando aveva scoperto che avrebbe voluto usare la sua storia per un libro.

Contro Daoud e la moglie sono state presentate due denunce, una per conto di Arbane e una da parte dell’Organizzazione algerina delle vittime del terrorismo. Dahdouh è accusata di aver violato gli obblighi di riservatezza nei confronti della sua paziente, mentre lo scrittore di aver violato la cosiddetta legge per la riconciliazione nazionale, che fu promulgata dopo la fine della guerra e punisce chiunque «strumentalizzi le ferite della tragedia nazionale». Il governo e l’esercito algerino infatti hanno usato la paura delle violenze del periodo della guerra civile come strumento per indebolire i movimenti di ribellione, riuscendo a contenere anche le primavere arabe.

Proprio questa legge è la ragione per cui Houris in Algeria è stato vietato e per cui Gallimard, la casa editrice che lo ha pubblicato in Francia, è stata esclusa dalla fiera del libro di Algeri, conclusa sabato 16 novembre.

Daoud è nato nel 1970 a Mostaganem, una città portuale nel nord-ovest dell’Algeria, ha studiato letteratura francese e scrive per Le Quotidien d’Oran, un giornale algerino in francese. È autore di diversi saggi e romanzi, tra cui Le mie indipendenze, Zabor o I salmi e Il pittore che divora le donne, e aveva già ottenuto vari riconoscimenti per Il caso Meursault (in Italia quest’ultimo è stato pubblicato da Bompiani mentre gli altri da La Nave di Teseo, per cui a maggio uscirà anche la traduzione di Houris). Dal 2020 vive a Parigi, in Francia, dove ha ottenuto la doppia nazionalità. In Algeria però è un personaggio divisivo: anche se dice di non essere più un musulmano praticante, da ragazzo si definiva islamista, ed è stato contestato per aver criticato in più occasioni la società e le autorità algerine, esprimendo posizioni più radicali.

Al momento né lui né la moglie hanno commentato. Per Antoine Gallimard, il presidente della sua casa editrice, Daoud sarebbe tuttavia «l’obiettivo di una campagna di diffamazione da parte di media vicini al governo algerino»; Gallimard ha detto che Houris è «chiaramente ispirato alla guerra algerina», ma che «la sua trama, i personaggi e la sua protagonista sono pura finzione», e ha anche negato che Dahdouh sia stata la fonte della storia.

Stando all’avvocata di Arbane, Fatima Benbraham, le denunce erano state presentate ad agosto, poco dopo la pubblicazione del libro: sarebbero state rese note solo adesso perché «i querelanti non volevano che si pensasse che stavano cercando di ostacolare la candidatura [del libro] per il Goncourt».

– Leggi anche: Cosa fu la guerra civile in Algeria