È stata dichiarata estinta la pena dell’ex militante di estrema sinistra Raffaele Ventura, che vive in Francia e ora potrà tornare in Italia
Giovedì la Corte d’Assise d’appello di Milano ha dichiarato estinta la pena a carico dell’ex militante di estrema sinistra Raffaele Ventura, che nel 1996 era stato condannato a 14 anni di carcere per l’omicidio del vicebrigadiere Antonino Custra nel 1977. L’estinzione della pena è stata decisa sulla base dell’articolo 172 del codice penale, che la prevede una volta trascorso il doppio del tempo rispetto alla pena inflitta: dal 1996 al 2024 sono passati 28 anni, quindi il doppio di 14. Ora potrà tornare in Italia senza rischiare l’arresto dato che sono stati revocati il mandato d’arresto e l’ordine di carcerazione nei suoi confronti.
Ventura, che ha 75 anni, viveva in libertà in Francia dal 1981, grazie alla cosiddetta “dottrina Mitterrand”, la politica avviata dall’ex presidente francese che concedeva ospitalità e sicurezza sul territorio francese a cittadini italiani responsabili di azioni violente, purché questi avessero lasciato la lotta armata e alle azioni violente. Nel 1996 Ventura era stato condannato complessivamente a 22 anni e otto mesi di carcere: 14 per via dell’omicidio Custra, avvenuto durante una manifestazione di estrema sinistra, e il resto per una serie di altri reati compiuti quando faceva parte delle Formazioni Comuniste Combattenti, un’organizzazione armata di estrema sinistra.
Nel 2021 Ventura era stato tra i 10 ex militanti italiani che vivevano in Francia di cui l’Italia aveva chiesto l’estradizione: sette erano stati effettivamente estradati, nell’ambito della cosiddetta “operazione Ombre Rosse”; tre, tra cui Ventura, non erano stati estradati ed erano rimasti in Francia. Nel frattempo, sempre nel 2021, la Corte d’Assise d’appello di Milano aveva dichiarato estinti tutti i reati per cui era stato condannato tranne l’omicidio Custra, la cui pena è stata appunto dichiarata estinta giovedì.