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  • Giovedì 21 novembre 2024

I funerali dei Papi saranno più sobri

Su richiesta di Papa Francesco, alcuni passaggi sono stati resi meno solenni e il linguaggio più semplice

Papa Francesco durante il funerale di Papa Benedetto XVI (EPA/VATICAN MEDIA/ANSA)
Papa Francesco durante il funerale di Papa Benedetto XVI (EPA/VATICAN MEDIA/ANSA)

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, l’organo del Vaticano che si occupa dei riti religiosi legati al Papa, ha aggiornato le regole per lo svolgimento dei funerali dei Papi, che da ora in poi saranno più sobri e con procedure più snelle.

L’aggiornamento delle regole è stato voluto da Papa Francesco, in linea con l’immagine di frugalità e semplicità che dall’inizio del suo incarico ha cercato di associare al proprio papato e al proprio stile di comunicazione: negli ultimi anni questo orientamento si è concretizzato anche in altre decisioni, per esempio con l’adozione di uno stile di abbigliamento più semplice o con l’abolizione di alcuni privilegi di chi vive nelle case del Vaticano.

Diego Ravelli, l’arcivescovo che presiede l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, ha detto che le nuove regole servono a evidenziare «che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo».

– Leggi anche: Le foto dell’ultimo funerale di un papa, Benedetto XVI

Le nuove regole sui funerali dei Papi riguardano grossomodo quattro ambiti: la terminologia e il linguaggio, le tre “stazioni”, cioè i tre momenti che definiscono la cerimonia funebre (la constatazione della morte, l’esposizione del corpo e la sepoltura), la revisione di alcuni testi e musiche delle preghiere e le messe celebrate nei giorni successivi alla morte del Papa.

Per quanto riguarda terminologia e linguaggio, la novità più rilevante è quella sui cosiddetti titoli pontifici, cioè i vari modi in cui può essere chiamato il Papa: sono parole come “Vescovo di Roma”, “Sommo Pontefice della Chiesa Universale”, “Sovrano dello Stato della Città del Vaticano”. Nei funerali da ora in poi verranno predilette parole più semplici e dirette come “Papa”, “Episcopus”, “Pastor” o “Pontifex Romanus”.

I tre momenti del funerale, invece, sono stati abbreviati e semplificati. La constatazione della morte del Papa avverrà nella sua cappella privata, il corpo verrà depositato immediatamente in un’unica bara di legno e zinco ed esposto ai fedeli direttamente nella bara aperta, anziché su una portantina rialzata senza la bara, come avvenuto finora. La procedura prevedeva la constatazione della morte nella camera del Papa, la deposizione del corpo in tre bare di tre legni diversi, il suo trasporto al Palazzo Apostolico (passaggio ora eliminato) e poi, in un secondo momento, alla Basilica di San Pietro per l’esposizione ai fedeli sulla portantina.

È stata snellita anche la procedura per la sepoltura: sia perché la bara sarà una sola e il corpo non dovrà essere spostato in tre bare diverse, sia perché sono state introdotte indicazioni per eventuali luoghi di sepoltura diversi dalla Basilica di San Pietro: Papa Francesco, per esempio, ha detto in più occasioni di voler essere seppellito nella Basilica di Santa Maria Maggiore, che si trova a Roma vicino alla stazione Termini, e non all’interno del Vaticano.

Sono state uniformate e in parte abbreviate alcune preghiere, ne è stata migliorata la traduzione dal latino e sono state eliminate alcune indicazioni per lasciare maggiore libertà nel repertorio musicale da eseguire. Per quanto riguarda le messe da celebrare nei giorni successivi alla morte del Papa, sono stati ridotti e semplificati i formulari delle preghiere a scelta (erano quattro, ora sono tre).

Le nuove regole sui funerali dei Papi sono contenute nella nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, il testo di riferimento per la cerimonia funebre del papa: l’ultimo aggiornamento prima di questo era stato nel 2000, durante il papato di Giovanni Paolo II, con regole che erano state usate per i funerali sia suoi, nel 2005, che del Papa emerito Benedetto XVI, nel 2023.