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  • Mercoledì 20 novembre 2024

La storia del politico inglese che inscenò la sua morte

50 anni fa John Stonehouse scomparve in Florida e poi fu rintracciato in Australia: era stato un promettente esponente dei Laburisti, prima di essere accusato di spionaggio

John Stonehouse alla convention dei Laburisti a Blackpool, nel settembre 1975
John Stonehouse alla convention dei Laburisti a Blackpool, nel settembre 1975 (Roger Jackson/Central Press/Hulton Archive/Getty Images)

Il 20 novembre del 1974 su una spiaggia di Miami, in Florida, vennero trovati i vestiti di John Stonehouse. All’epoca Stonehouse era un deputato della Camera dei Comuni (la camera bassa britannica) per il Partito Laburista, di cui era stato un importante esponente e ministro, prima di cadere in disgrazia perché accusato di spionaggio per conto della Cecoslovacchia. Quando Stonehouse sparì si pensò che fosse annegato, che addirittura l’avessero ucciso, o che avesse disertato definitivamente.

Le congetture durarono un mese. La vigilia di Natale Stonehouse venne rintracciato in Australia, dov’era arrivato e viveva con un’identità falsa. In tempi recenti su questa storia sono stati fatti diversi libri, documentari e una serie di ITV. Eppure, fino a pochi anni fa, era ormai dimenticata, nonostante sia stata uno degli scandali più gravi della storia politica del Regno Unito, nonché l’unico caso noto di un ministro che probabilmente collaborò con l’intelligence di un regime comunista in piena Guerra fredda.

Ripartiamo dall’inizio. A lungo le cose per Stonehouse, che era nato nel 1925, andarono molto bene. Entrò in parlamento nel 1957, vincendo in un collegio che oggi non esiste più dello Staffordshire, nelle Midlands, l’area centrale e povera dell’Inghilterra. Nel 1968 venne promosso Postmaster general nel governo Laburista di Harold Wilson: la carica equivaleva a quella di ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, incarico che la sostituì ufficialmente l’anno successivo, restando a Stonehouse.

John Stonehouse quand'era sottosegretario all'Aviazione, nel dicembre 1965

John Stonehouse quand’era sottosegretario all’Aviazione, nel dicembre 1965 (Powell/Express/Hulton Archive/Getty Images)

Stonehouse aveva meno di 45 anni, era già stato sottosegretario all’Aviazione e alla Tecnologia, e la sua carriera sembrava a buon punto. Era considerato da molti un possibile futuro candidato primo ministro del suo partito, in cui si era affermato con posizioni antimperialiste e a favore dell’indipendenza delle colonie britanniche. Nel 1969 però la sua reputazione venne compromessa quando un disertore cecoslovacco, Josef Frolík, sostenne che Stonehouse era un contatto dei suoi ex colleghi dell’StB, la polizia segreta del regime.

Ci fu un’indagine su Stonehouse, che venne tenuta segreta dai tre primi ministri che ne furono messi al corrente: Wilson, James Callaghan, dei Laburisti, e Margaret Thatcher, che ai tempi era a capo dell’opposizione e dei Conservatori. Stonehouse disse di essere innocente, Wilson gli credette, e alla fine fu scagionato dalle accuse, anche se in seguito si scoprì che erano fondate. In quel periodo storico, però, la cosa era sufficiente per stroncare una carriera, anche se così promettente. Stonehouse poi ci mise del suo.

Nel 1970 i Laburisti persero le elezioni, e lui l’incarico di governo. Negli anni successivi fu coinvolto in attività economiche poco trasparenti e fallimentari, tra le quali quelle di una banca (il British Bangladesh Trust) che si rivolgeva alle persone bangladesi nel Regno Unito, poi indagata per frode. Anche la vita privata di Stonehouse fu movimentata: aveva una moglie, Barbara Smith, e tre figli ma iniziò una relazione con la sua segretaria, Sheila Buckley.

Un articolo del <i>Times</i> di Londra sulla sparizione del politico (dall'archivio del quotidiano)

Un articolo del Times di Londra sulla sparizione del politico (dall’archivio del quotidiano)

Nonostante tutto, i Laburisti esitavano a scaricare Stonehouse, principalmente perché non potevano permettersi di perdere il suo seggio. Nel 1974 venne rieletto in un nuovo collegio – Walsall North, nella stessa zona del paese – per due volte: sia alle elezioni generali di febbraio, che portarono a un governo Laburista di minoranza, sia a quelle anticipate di ottobre, dove Wilson ottenne una maggioranza di un solo seggio. Tra un voto e il successivo Stonehouse incrementò i suoi consensi. Sei settimane dopo le elezioni di ottobre, Stonehouse sparì.

Come deputato, Stonehouse aveva accesso alle informazioni delle persone del suo collegio. Si impossessò delle identità di due di loro, morte in quel periodo: Joseph Arthur Markham, un operaio dell’industria siderurgica locale, e Donald Clive Mildoon. Ottenne un passaporto fasullo col nome del primo e, prima di partire per la Florida, trasferì grandi somme di denaro su conti all’estero, forse per prepararsi alla clandestinità. A Miami, come detto, inscenò la sua morte in mare e poi prese sotto falso nome un aereo per l’Australia.

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In quei giorni i giornali parlarono molto della scomparsa di Stonehouse, a un certo punto alcuni pubblicarono anche un necrologio. Riferirono delle ricerche, riportarono testimonianze secondo cui Stonehouse era un buon nuotatore, esprimendo incredulità sul fatto che fosse annegato, e si chiesero se c’entrasse la mafia, visto che l’uomo «si era fatto nemici». La moglie disse a BBC News di essere convinta che fosse affogato. Buckley (la segretaria) fece lo stesso, ma in realtà sapeva dei piani di Stonehouse, che le aveva telefonato dall’Australia, dove lei aveva spedito un pacco di suoi vestiti, per raggiungerlo.

La polizia di Melbourne si insospettì per via dei conti bancari di Stonehouse, aperti sotto il nome di Markham e di Mildoon. Inizialmente gli investigatori pensarono che quell’uomo inglese fosse Lord Lucan: un aristocratico di cui si erano perse le tracce dodici giorni prima della fuga di Stonehouse, dopo l’omicidio della babysitter della sua famiglia, a Londra (Lucan non fu mai rintracciato e venne dichiarato morto nel 2016). Dopo l’arresto, la polizia identificò Stonehouse, che ammise tutto. Sia Smith sia Buckley lo raggiunsero in Australia.

In un’intervista con BBC News Stonehouse spiegò le sue azioni attribuendole a «una personalità divisa». Anni dopo sua figlia Julia, che ha scritto un libro e creato un sito internet per riabilitare la figura del padre, ha detto che in quel periodo Stonehouse abusava di Mandrax e Mogadon, due farmaci sedativi con azione ipnotica. Stonehouse non rinunciò al suo stipendio da deputato, spiegando che «tanti parlamentari fanno visite all’estero […], io ho fatto un tour conoscitivo non solo in termini di geografia, ma nell’animo di un animale politico».

John Stonehouse al rientro all'aeroporto Heathrow di Londra dall'Australia

John Stonehouse al rientro all’aeroporto Heathrow di Londra dall’Australia (Fox Photos/Getty Images)

Tornato nel Regno Unito, nell’agosto del 1976 Stonehouse fu condannato a sette anni di carcere per vari reati tra i quali appropriazione indebita e frode, al termine di un processo durato 68 giorni nel quale si difese da solo. Rimase in prigione per tre anni, ne uscì prima per problemi cardiaci. Come conseguenza della condanna, Stonehouse si dimise, creando un grosso problema politico al governo. Per il suo seggio ci fu infatti un’elezione suppletiva che fu vinta dai Conservatori: i Laburisti persero così la loro fragile maggioranza e furono costretti ad allearsi con i Liberali (a cui in seguito si unì lo stesso Stonehouse).

Nel 1978 sua moglie divorziò da lui, e tre anni dopo Stonehouse sposò Buckley. Morì nel 1988, a 62 anni, quando stava per partecipare a un programma televisivo. Al suo funerale andò solo uno dei suoi ex colleghi parlamentari. La figlia Julia, come detto, si è molto spesa per difenderlo: «La gente può dire che era una spia perché è morto e non può fare denunce», si legge sul suo sito internet. Non tutti i discendenti la pensano così: il nipote, Julian Hayes, ha scritto un altro libro dove il sottotitolo è emblematico di una versione diversa: «Ministro, impostore, spia».

Nel 1982 lo stesso Stonehouse scrisse un romanzo di spionaggio, intitolato Ralph, con una trama che contiene riferimenti autobiografici. Una delle scene del romanzo, in cui il protagonista viene sedotto da una spia dell’Europa Orientale che poi lo ricatta, è stata ripresa dalla serie tv di ITV, che però parte dai fatti noti per costruire una narrazione a tratti romanzata.

Dopo la fine della Guerra fredda, alcuni documenti dei servizi segreti dell’ex Cecoslovacchia sono stati condivisi con quelli del Regno Unito. Christopher Andrew, un professore di Cambridge che ha curato un’autorevole storiografia dei servizi segreti britannici e ha avuto acceso al faldone su Stonehouse, ha concluso che fosse effettivamente una spia: «[I cecoslovacchi] erano piuttosto delusi dalla qualità delle informazioni che gli passò quand’era ministro: quindi alla lista delle persone che John Stonehouse ingannò potremmo aggiungere l’intelligence cecoslovacca», spiegò a BBC News.