Un leader dell’opposizione ugandese di cui si erano perse le tracce è comparso in tribunale
Mercoledì Kizza Besigye, un leader dell’opposizione ugandese, è comparso di fronte a una corte militare di Kampala, la capitale. Si erano perse le sue tracce lo scorso fine settimana a Nairobi, in Kenya, dove secondo la moglie Winnie Byanyima era stato rapito dalle forze di sicurezza del governo di Yoweri Museveni, il presidente che governa il paese in modo autoritario dal 1986.
Durante l’udienza, a cui Besigye è stato portato scortato da soldati, è stato detto che resterà in carcere, nella prigione di Luzira, almeno fino al 2 dicembre. Besigye ha chiesto invano che il processo – in cui è imputato assieme a un altro oppositore, Hajji Lutale Kamulegeya – venisse trasferito a un tribunale civile e ha respinto le accuse: di possesso di armi da fuoco e di aver negoziato l’acquisto di armi all’estero (ad Atene e Ginevra, oltreché a Nairobi).
Besigye è un ex alleato di Museveni, ma nel 2001 provò per la prima di quattro volte a candidarsi contro di lui, e da allora divenne uno dei suoi principali avversari. Il governo di Museveni è noto per la repressione delle opposizioni: nel 2020 c’erano state enormi proteste antigovernative in cui la polizia aveva ucciso oltre 50 manifestanti; a settembre 2023 erano stati vietati tutti i raduni dei sostenitori di un altro leader dell’opposizione, Bobi Wine, mentre a luglio di quest’anno altri 36 membri dell’opposizione erano stati rapiti e processati per terrorismo, per poi essere liberati su cauzione.