Migliaia di prestazioni sanitarie rischiano di essere cancellate a causa dello sciopero nazionale indetto per mercoledì 20 novembre

Una persona in auto davanti a un murale dedicato ai medici e al personale sanitario dell'ospedale Sacco di Milano
Un murale dedicato ai medici e al personale sanitario dell'ospedale Sacco di Milano (Claudio Furlan - LaPresse)

Mercoledì 20 novembre 1,2 milioni di prestazioni sanitarie programmate rischiano di essere rinviate oppure cancellate a causa dello sciopero nazionale del personale sanitario proclamato dalle principali sigle sindacali di settore. Lo sciopero durerà 24 ore e riguarderà tra gli altri medici, infermieri, veterinari, dirigenti sanitari e più in generale il personale delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale. I sindacati hanno detto che saranno «a rischio tutti i servizi», compresi circa 50mila esami radiografici, 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche. Saranno invece garantiti i servizi di pronto soccorso e quelli d’urgenza.

Lo sciopero è stato indetto da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e dal sindacato degli infermieri Nursing Up per protestare contro le misure contenute nel disegno di legge di bilancio, cioè il provvedimento sulla spesa e sulle entrate dello Stato per il 2025, che dovrà essere esaminato e approvato dal parlamento entro la fine dell’anno. I sindacati contestano tra le altre cose mancati aumenti salariali, risorse insufficienti e mancate assunzioni. La mobilitazione serve anche per chiedere maggiori tutele per la sicurezza di chi lavora negli ospedali. A detta dei sindacati il disegno di legge di bilancio «conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi».

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