Israele è tornato a bombardare il centro di Beirut
Per la prima volta in un mese, in due grossi attacchi in cui è stato ucciso il portavoce di Hezbollah
Domenica Israele ha bombardato per la prima volta in un mese il centro di Beirut, la capitale del Libano, con due attacchi che hanno ucciso tra gli altri il portavoce di Hezbollah Mohammed Afif. Finora Israele aveva concentrato i suoi bombardamenti soprattutto nel sud del Libano e sulla parte meridionale della capitale, cioè sul quartiere di Dahiya, dove Hezbollah ha una presenza molto forte.
L’attacco che ha ucciso Afif ha distrutto un palazzo di sette piani nel quartiere di Ras al Naba, una zona piuttosto centrale di Beirut dove moltissime persone che erano fuggite da Dahiya avevano cercato di rifugiarsi: secondo il ministero della Salute libanese sono state uccise quattro persone, tra cui Afif, e ne sono state ferite 14. Israele ha attaccato senza fornire avvertimenti e senza ordinare nessuna evacuazione, come invece fa in altre circostanze.
Il palazzo in cui si trovava Afif era la sede del partito Baath, l’emanazione libanese di uno dei più importanti partiti del Medio Oriente a cui appartiene, per esempio, il dittatore siriano Bashar al Assad. La morte di Afif è stata confermata tra gli altri dal leader libanese del partito, Ali Hijazi, che non si trovava nell’edificio quando è stato distrutto ma che ha postato sui social media una foto di lui e Afif con scritto: «Che Dio abbia pietà di te… Sapevi che ti saresti unito ai martiri».
Il bombardamento del palazzo ha provocato relativamente pochi morti e feriti perché in quel momento l’edificio era semivuoto.
Mohammed Afif era formalmente il capo dell’ufficio mediatico di Hezbollah ma negli ultimi tempi, soprattutto dopo l’uccisione del leader del gruppo Hassan Nasrallah, era diventato di fatto il portavoce di tutta l’organizzazione. Man mano che Israele uccideva altri leader del gruppo, Afif era rimasto di fatto uno degli ultimi dirigenti di alto livello di Hezbollah a mantenere un profilo pubblico. Ancora nelle scorse settimane aveva tenuto conferenze stampa dal vivo, accompagnando i giornalisti tra le macerie di Dahiya.
Domenica sera Israele ha poi fatto un secondo bombardamento nel centro di Beirut, nel quartiere residenziale di Mar Elias: due persone sono state uccise e 22 ferite, secondo il ministero della Salute. L’attacco ha provocato un grosso incendio che è durato a lungo nella notte mentre i pompieri faticavano a tenerlo sotto controllo. Anche questo attacco è arrivato senza avvertimenti, e non è chiaro al momento quale fosse il suo obiettivo.
Questi attacchi nel centro di Beirut avvengono mentre il governo libanese sta valutando una proposta di cessate il fuoco avanzata dagli Stati Uniti in accordo con Israele.
La proposta prevede la fine dei combattimenti e impone a Hezbollah di interrompere i lanci di razzi contro il territorio israeliano e di abbandonare completamente il sud del Libano, come già previsto da una risoluzione dell’ONU mai messa in atto. Secondo alcune analisi, Israele avrebbe intensificato i bombardamenti su Beirut proprio per spingere Hezbollah ad accettare la proposta, in quelli che vengono definiti «negoziati sotto il fuoco».