In Gabon è stata approvata una nuova Costituzione, a più di un anno dal golpe militare
Gli elettori del Gabon, in Africa centro occidentale, hanno approvato a larga maggioranza con un referendum una nuova Costituzione, scritta dalla giunta militare che più di un anno fa aveva rovesciato il vecchio presidente autoritario del paese. La giunta è guidata dal generale Brice Oligui Nguema, cugino del presidente deposto Ali Bongo Ondimba, a sua volta figlio di Omar Bongo, che era stato presidente per oltre 40 anni, dal 1967 al 2009. Il ministro dell’Interno Hermann Immongault ha detto che l’affluenza è stata del 53,5 per cento, e che la nuova Costituzione è stata approvata dal 91 per cento dei votanti (sono comunque numeri che vanno presi con una certa cautela, data l’instabilità politica del paese).
La nuova Costituzione trasforma il paese da repubblica semipresidenziale a repubblica presidenziale: la carica di primo ministro viene eliminata, e il presidente potrà nominare i giudici e sciogliere il parlamento, ma sarà limitato a due mandati di sette anni. Nel testo è previsto che parenti del presidente non possano succedergli o candidarsi a ruoli rilevanti. Fra le altre cose inoltre riconosce il francese come lingua ufficiale «di lavoro», istituisce la possibilità di un servizio militare obbligatorio e definisce il matrimonio come unione fra «un uomo e una donna». Un anno fa la giunta aveva annunciato che le prossime elezioni politiche saranno nel 2025.
Il Gabon è uno dei paesi più ricchi del continente in termini di PIL pro capite. È un produttore di petrolio ed è ricco di legname e manganese, ma secondo la Banca Mondiale un terzo dei suoi circa 2,4 milioni di abitanti vive in condizioni di povertà.