La donna che diede il nome alla Rivoluzione dei Garofani
Cinquant'anni fa Celeste Caeiro diede dei fiori ai soldati in rivolta contro il regime fascista in Portogallo: è morta a Lisbona a 91 anni
È morta venerdì scorso in un ospedale a Lisbona Celeste Caeiro, la donna che cinquant’anni fa diede il nome alla rivoluzione che liberò il Portogallo dal fascismo, decidendo con un gesto spontaneo e improvvisato di offrire alcuni garofani ai soldati in procinto di destituire il regime che da 4 decenni governava il Portogallo. Aveva 91 anni e, secondo quanto detto dalla nipote Carolina Caeiro Fontela, è morta a causa di problemi di cuore e respiratori.
Nel corso della sua vita Caeiro ha raccontato la storia di quel 25 aprile 1974 in diverse occasioni. In quegli anni il Portogallo era governato in maniera dittatoriale da Marcello Caetano, l’uomo che era succeduto al dittatore fascista António de Oliveira Salazar in seguito all’incidente che, nel 1968, gli causò gravi danni cerebrali. La dittatura in Portogallo era cominciata nel 1933, quando Salazar aveva fondato il regime noto con il nome di “Estado Novo” (“Stato Nuovo”), espressamente ispirato alla dittatura di Benito Mussolini in Italia.
All’epoca Caeiro era una madre single di 40 anni che viveva con sua figlia in una casa popolare su Avenida da Liberdade, una delle strade principali di Lisbona, assegnata loro dal comune dopo che un incendio aveva distrutto il loro precedente appartamento.
Faceva l’addetta al guardaroba in un ristorante della città, in Rua Braamcamp, che proprio quel giorno avrebbe dovuto festeggiare un anno dall’apertura. Per questo motivo il titolare aveva acquistato al Mercado da Ribeira, un famoso e storico mercato della città, decine di garofani bianchi e rossi, da regalare ai clienti.
«Il 25 aprile del 1974, come d’abitudine, andai a lavoro: entravo presto, verso le otto, otto e mezzo» aveva raccontato Caeiro al Manifesto. Al suo arrivò, però, la donna trovò i colleghi sulla porta e il ristorante in procinto di chiudere: quella mattina una radio privata sfuggita alla censura aveva trovato il modo di far sapere che una parte dell’esercito avrebbe cercato di deporre il dittatore Caetano per porre fine alla dittatura. Il titolare aveva quindi invitato tutti i dipendenti a tornare a casa, per mettersi al sicuro in caso di scontri, e aveva dato a ciascuno un mazzo di quei garofani, di modo che non andassero sprecati.
«Andare a casa? C’era una rivoluzione in corso e io sarei dovuta andare a casa?», aveva detto Caeiro al giornale portoghese Noticias ao Minuto. Con i fiori in mano, Caeiro prese quindi la metro e scese alla fermata Rossio, e si diresse verso il Chiado, il quartiere centrale della città. Lì si imbatté in una colonna di carri armati e soldati del Movimento delle Forze Armate (MFA – Movimento das Forças Armadas), l’ala più a sinistra dell’esercito, che aveva organizzato il colpo di stato e che andava ad arrestare il primo ministro Caetano e i suoi generali.
Marcello Caetano in pochi anni di governo dopo Salazar era diventato estremamente impopolare: come il suo predecessore, aveva portato avanti costose e fallimentari guerre contro i movimenti indipendentisti delle colonie africane, nel tentativo di preservare l’impero coloniale portoghese. Lo stato dell’economia era inoltre estremamente debole, e questo contribuiva al malcontento.
Il giorno della Rivoluzione Celeste Caeiro si avvicinò al plotone di soldati all’inizio di Rua do Carmo, alzò lo sguardo e chiese a uno di loro da quanto tempo si trovasse lì. «Mi disse che era lì dall’alba» aveva raccontato al settimanale L’Expreso. Il soldato le chiese una sigaretta. Lei però non ne aveva, non era una fumatrice. Decise così di offrire al soldato uno dei suoi garofani: lui lo prese e lo inserì nella canna del fucile. I compagni accanto a lui seguirono il suo esempio. «Li diedi tutti, per me non ne rimase nessuno», aveva raccontato Caeiro.
La Rivoluzione dei garofani è ricordata come un giorno perlopiù pacifico: nonostante le premesse, non ci furono scontri gravi, ma morirono quattro persone, uccise dalle forze del regime. Dopo il colpo di stato ci fu un periodo di transizione in cui governò l’MFA insieme ai partiti politici di opposizione. Un anno dopo, il 25 aprile 1975, venne eletta l’Assemblea costituente che redasse la Costituzione che entrò in vigore il 25 aprile successivo, quando si tennero anche le prime elezioni democratiche per il parlamento portoghese, vinte dai socialisti di Mário Soares.
Quel giorno Caeiro tornò a casa e raccontò a sua madre quello che era accaduto. Poco dopo si sparse la voce e Caeiro divenne un simbolo nazionale. Quest’anno la donna aveva festeggiato il suo ultimo anniversario di quel 25 aprile 1974 e, poche settimane dopo, aveva ricevuto la medaglia all’onore dal comune della sua città.