A 94 anni Clint Eastwood fa ancora film
Nonostante si parli di un suo ritiro da molto tempo è appena uscito “Giurato numero 2”, il suo nuovo film: e non è detto sia l'ultimo
Venerdì scorso è uscito anche in Italia Giurato numero 2, l’ultimo film di Clint Eastwood, che con i suoi 94 anni e i suoi quasi settanta di carriera a Hollywood è uno dei registi più longevi ancora in attività. Il film racconta il dilemma morale di un giornalista freelance che viene selezionato come membro di una giuria popolare nell’ambito di un processo per omicidio di grande attenzione mediatica. Finora è stato perlopiù apprezzato dalla critica, che ne ha lodato la scrittura, il grande rigore nella regia e la capacità di trattare un argomento delicato (il funzionamento della giustizia negli Stati Uniti) senza toni didascalici e prescrittivi.
Anche se il diretto interessato non lo ha confermato ufficialmente, secondo le principali riviste di settore e secondo diversi addetti ai lavori Giurato numero 2 potrebbe essere l’ultimo film di Eastwood prima del ritiro definitivo dal cinema. Questa ipotesi è ritenuta probabile soprattutto per un dato anagrafico: Eastwood ha un’età in cui fare tutte le cose che un regista fa di solito (rimanere sul set per molte ore ogni giorno e per diverse settimane di fila, gestire i rapporti con molte persone di professionalità diverse, dare ordini) diventa stancante e difficoltoso. A ottobre, parlando di questa possibilità, il produttore cinematografico Tim Moore, che collabora con Eastwood da più di un ventennio, aveva detto: «Chi lo sa? Lo dice da un sacco di tempo, e invece a 94 anni sta ancora facendo film».
In effetti, la notizia di un possibile ritiro di Eastwood era circolata nel 2008, dopo l’uscita di Gran Torino, uno dei suoi film da regista più conosciuti, che diversi critici descrissero come il perfetto «canto del cigno», ossia l’ultima, grande opera prima di abbandonare il cinema. Eastwood smentì esplicitamente questa possibilità, spiegando di avere intenzione non soltanto di continuare a dirigere film, ma anche di voler continuare a cimentarsi occasionalmente come attore. Ai tempi aveva 78 anni, un’età in cui non era inverosimile pensare a un ritiro.
Da allora sono trascorsi 16 anni, durante i quali Eastwood ha continuato a dedicarsi al cinema con un ritmo impressionante. Tra il 2009 e il 2011 diresse tre film di grande successo di pubblico e critica: Invictus – L’invincibile, Hereafter e J. Edgar, quest’ultimo collaborando per la prima volta con Leonardo DiCaprio.
Dopo un periodo di pausa di tre anni, nel 2014 fece uscire in contemporanea Jersey Boys, dedicato alla storia dei Four Seasons, un celebre gruppo rock statunitense degli anni Sessanta, e soprattutto American Sniper, basato sulla storia del cecchino statunitense Chris Kyle, e che ai tempi ricevette molte critiche per il suo presunto sciovinismo e militarismo.
Tra il 2016 e il 2019 diresse altri quattro film: Sully, dedicato all’ammaraggio del volo US Airways 1549, il poco apprezzato Ore 15:17 – Attacco al treno, Il corriere – The Mule (in cui recitò come attore protagonista a 88 anni) e Richard Jewell. Nel 2021 realizzò infine Cry Macho – Ritorno a casa, l’ultimo film prima di Giurato numero 2, interpretando anche in questo caso il protagonista. Dal 2009, l’anno dopo l’uscita di Gran Torino, ha diretto 11 film: un numero ragguardevole per un regista della sua età.
L’attore Gabriel Basso, uno dei protagonisti di Giurato numero 2, ha suggerito di non dare per scontato un ritiro di Eastwood. «Ho la sensazione che, solo perché la gente ne parla così tanto, lui alla fine dirà “Fanculo ragazzi, farò un altro film”; anche se dovesse durare cinque minuti. Penso che troverà un modo per farla pagare a tutti».
Clint Eastwood è nato a San Francisco, in California, nel 1930, in una famiglia della classe media. Cominciò a fare l’attore a 25 anni e a fare il regista a poco più di 40, ed è uno di quelli per cui è proprio difficile dire se è stato più attore o regista (e per cosa sia stato più bravo). Da attore fu soprattutto un cowboy senza nome e un ispettore che di cognome faceva Callaghan, mentre i suoi film da regista migliori e più premiati vinsero entrambi l’Oscar per il miglior film e la miglior regia: Million Dollar Baby e Gli spietati. Quest’ultimo finiva con un ringraziamento a due registi senza i quali, a suo dire, non sarebbe stato né l’attore né il regista che è: l’italiano Sergio Leone e lo statunitense Don Siegel.
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