Si vota in Emilia-Romagna e Umbria, con diverse prospettive

Chi sono i candidati e le candidate, per quanto si vota e quando sapremo i risultati: una guida rapida

(ANSA/FABIO TONI-FEDERICA LIBEROTTI)
(ANSA/FABIO TONI-FEDERICA LIBEROTTI)
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Dalle 7 di domenica si vota in due regioni italiane, Emilia-Romagna e Umbria, per eleggere i rispettivi presidenti e i Consigli regionali. I quasi 4,3 milioni di elettori potranno votare fino alle 23 di domenica e poi dalle 7 alle 15 di lunedì: nel corso del pomeriggio di lunedì sono attesi i risultati.

Dopo le elezioni regionali in Liguria di fine ottobre, vinte dal candidato del centrodestra Marco Bucci, questa volta il centrosinistra è favorito in Emilia-Romagna, mentre l’elezione sembra particolarmente equilibrata in Umbria.

La regione Umbria è governata dal 2019 dal centrodestra, che ha ricandidato la presidente in carica, la leghista Donatella Tesei, mentre il centrosinistra ha invece riunito una coalizione ampia, che comprende PD, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e Azione, a sostegno di Stefania Proietti, sindaca di Assisi dal 2016 e presidente della provincia di Perugia dal 2021. Ci sono altri sette candidati, ma con un sostegno stimato molto basso e nessuna possibilità di vittoria.

La presidente del Consiglio e leader di FdI, Giorgia Meloni, con la presidente di regione Donatella Tesei a Perugia (ANSA/Filippo Attili)

In Umbria fino al 2015 i candidati e le liste di centrosinistra avevano sempre vinto con un margine abbastanza ampio, nel 2019 invece fu il centrodestra a vincere in modo clamoroso. Quell’elezione però era stata in parte condizionata dal fatto che Catiuscia Marini, del Partito Democratico e presidente dal 2010, si era dimessa dopo essere stata coinvolta in un’inchiesta su presunte manipolazioni dei concorsi pubblici nella sanità locale, per la quale è stata poi parzialmente condannata lo scorso luglio.

Il comizio finale di Stefania Proietti a Perugia (ANSA/DANILO NARDONI)

In questi cinque anni però la destra non ha conservato il grande consenso di quel momento e l’amministrazione di Tesei è stata molto criticata soprattutto sul tema della sanità. La candidata del centrosinistra Proietti ha invece sempre tenuto a mantenere il proprio profilo di civica indipendente, rifiutando le varie proposte di affiliazione che le sono state avanzate sia dal PD sia dal M5S locale: questo ha favorito una larga intesa sulla sua candidatura.

– Leggi anche: Chi sono le due principali candidate alla presidenza dell’Umbria

In Emilia-Romagna c’è invece un candidato largamente favorito ed è il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, sostenuto da tutti i partiti del centrosinistra. La sua avversaria Elena Ugolini, 65 anni, sostenuta da tutti i partiti di destra e centrodestra, viene definita civica perché non è mai stata impegnata direttamente in politica. Ha fatto carriera nella scuola arrivando a essere direttrice del liceo privato Malpighi di Bologna ed è stata più volte chiamata dai governi nelle commissioni per studiare riforme della scuola italiana. È vicina al movimento di ispirazione cattolica Comunione e Liberazione.

Elena Ugolini e Michele de Pascale a Bologna a settembre (ANSA/Michele Lapini)

I pochi sondaggi commissionati la indicano indietro di circa 10 punti percentuali, ma de Pascale è stato impegnato in una lunga e attiva campagna elettorale, con l’obiettivo dichiarato anche di «vincere bene»: sarà molto osservato anche il dato sull’affluenza, soprattutto dopo le quattro alluvioni che hanno colpito la regione da maggio 2023. De Pascale ha 39 anni e dal 2016 è sindaco di Ravenna e presidente della provincia, uno dei territori più danneggiati dalle esondazioni di fiumi e torrenti. Dal 2018 è anche presidente dell’Unione delle province d’Italia, ruolo che gli ha dato una visibilità a livello nazionale, pur limitata.

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