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  • Sabato 16 novembre 2024

Le “sprint race” stanno cambiando la MotoGP

Le gare che anticipano il Gran Premio hanno un peso crescente, tanto che Francesco Bagnaia potrebbe non vincere il Mondiale pur essendo a 10 Gran Premi vinti su 19

Jorge Martín e Francesco Bagnaia (Mirco Lazzari/Getty Images)
Jorge Martín e Francesco Bagnaia (Mirco Lazzari/Getty Images)

Domenica pomeriggio a Barcellona ci sarà l’ultimo Gran Premio di MotoGP, il ventesimo della stagione; degli altri diciannove, il pilota italiano Francesco Bagnaia della Ducati ne ha vinti più della metà, dieci, ma questo probabilmente non gli basterà per vincere il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Il suo principale avversario, lo spagnolo Jorge Martín della Pramac Racing, ha infatti 19 punti di vantaggio: 492 a 473. Per sopravanzarlo, Bagnaia dovrebbe vincere la gara e sperare che Martín non arrivi nelle prime nove posizioni. Lo spagnolo ha accumulato il vantaggio grazie soprattutto a un rendimento più costante e al maggior numero di punti ottenuti nelle sprint race.

Introdotte dalla scorsa stagione, sono gare che si svolgono il giorno prima del Gran Premio, sono lunghe la metà dei giri rispetto alle gare della domenica e assegnano un punteggio solamente ai primi nove piloti classificati (il primo prende 12 punti, il secondo 9, il terzo 7). A differenza della Formula 1, dove pure sono state aggiunte le sprint race, ma solamente 6 in una stagione da 24 Gran Premi, nella MotoGP queste gare più brevi si sono tenute in ogni weekend di gara; nell’ultima della stagione, sabato 16 novembre a Barcellona, Bagnaia è arrivato primo, Martín terzo.

Lo scopo delle sprint race è di rendere più avvincente anche la giornata del sabato, in cui tradizionalmente si tenevano solo le qualifiche; secondo alcuni però hanno un peso troppo grande sull’andamento del Mondiale, perché assegnano una buona fetta dei punti totali, pur non essendo Gran Premi veri e propri. Di recente per esempio un approfondimento del sito specializzato Motorsport.com si chiedeva se la MotoGP non dovesse riconsiderare l’importanza data alle sprint race, magari programmandole solo per alcuni weekend o diminuendo i punti assegnati. Anche perché altrimenti c’è il rischio di diminuire l’importanza dei Gran Premi che, come dice il nome stesso, dovrebbero essere il gran premio.

Francesco Bagnaia e Jorge Martín (Mirco Lazzari/Getty Images)

Le sprint race sono gare abbastanza diverse, più veloci e meno “tattiche”. Jorge Martín, 26 anni, viene considerato un pilota più istintivo e leggermente più veloce di Bagnaia, nel senso che dà il meglio sui giri lanciati, in qualifica o appunto nelle sprint race. Bagnaia invece è ritenuto un pilota più completo e costante, abile a gestire le gomme e il ritmo della gara, tutte caratteristiche che lo hanno reso il migliore al mondo attualmente nei Gran Premi. Martín finora è il pilota che ha vinto più sprint race di tutti: 16 tra la scorsa stagione e questa (Bagnaia 11).

Entrambi stanno comunque continuando a perfezionare lo stile di guida, migliorando nelle cose in cui sono ritenuti meno competitivi: Martín è diventato più abile nel gestire le gare e nel minimizzare i rischi, Bagnaia più forte nel giro veloce e nelle sprint race. In ogni caso, comunque, lo spagnolo ha costruito la probabile vittoria del suo primo Mondiale sui migliori risultati e soprattutto sulla maggior costanza nelle mini-gare del sabato, nelle quali Bagnaia ha pagato invece qualche passaggio a vuoto di troppo.

In questa stagione Martín in realtà ha vinto solo una sprint race più di Bagnaia, 7 a 6, ma ha ottenuto molti più podi in queste tipo di gare: 16, contro i 10 di Bagnaia. Soprattutto, Martín non è andato a punti solamente in una delle 20 sprint race, mentre Bagnaia per 5 volte non ha ottenuto punti, perché è caduto o ha commesso errori. Con ancora un Gran Premio da correre, Martín ha fatto 492 punti, di cui 321 nei Gran Premi e 171 nelle sprint race; Bagnaia 473, di cui 345 nei Gran Premi e 128 nelle sprint race. Anche nei Gran Premi peraltro Martín è stato leggermente più costante di Bagnaia: ne ha vinti solo 3, contro i 10 del pilota italiano, ma ha ottenuto lo stesso numero di podi (15-15) ed è caduto una volta di meno (2-3).

Prima di Bagnaia, solamente cinque piloti erano riusciti a vincere almeno 10 gare in una stagione: Giacomo Agostini (4 volte), Mike Doohan, Valentino Rossi (3 volte), Casey Stoner (2 volte) e Marc Márquez (2 volte). In tutti i casi avevano sempre vinto il Mondiale, non esistendo le sprint race, quindi Bagnaia potrebbe diventare il primo pilota nella storia della MotoGP a vincere dieci Gran Premi in un anno e a non vincere il titolo.