Cosa c’entra la moda con i libri per bambini
Più di quanto si pensi: un po' perché le fiabe sono piene di vestiti, un po' perché chi li illustra fa anche lo stilista dei suoi personaggi
La moda non è la prima cosa che viene in mente se si pensa a un libro per bambini, ma a torto: gli abiti sono molto presenti nelle fiabe tradizionali e oggi chi disegna gli albi illustrati inventa i vestiti dei personaggi come farebbe uno stilista o un costumista. Capita che persone che lavorano nella moda illustrino anche libri per l’infanzia, come la francese Charlotte Gastaut, che disegna stoffe e vestiti per aziende come Prada e Fendi, e la giapponese Yuko Higuchi, che è famosa per i disegni di gattini e che ha collaborato con Gucci.
Marcella Terrusi, professoressa dell’Università di Bologna, racconta che questa sovrapposizione non è nuova: per esempio negli anni Trenta e Quaranta l’artista sarda Edina Altara disegnava figurini di moda e collaborava con la rivista di design Bellezza diretta dal designer Gio Ponti, aprì un negozio di vestiti a Milano e illustrò molti libri per l’infanzia: «il Novecento italiano è pieno di queste storie perché il libro è uno spazio di sperimentazione», spiega.
Fino a non molti decenni fa, poi, le storie erano raccontate dalle donne mentre cucivano, tessevano e rammendavano, e anche per questo molti personaggi fanno altrettanto: la mamma di Biancaneve si punge mentre cuce, quella di Cappuccetto rosso le confeziona la famosa mantella, la Bella addormentata nel bosco è colpita dall’incantesimo dopo aver toccato un fuso. Per lo stesso motivo i vestiti sono centrali nelle storie: gli stivali e il cappello ne Il gatto con gli stivali, i tre abiti di Pelle d’asino e la scarpina di Cenerentola che, specifica Terrusi, non era di vetro o di cristallo ma di vaio, una pelliccia di scoiattolo indossata dai nobili: fu lo scrittore Charles Perrault che raccolse la storia dalla tradizione orale e «capì male trascrivendo vair in verre», cioè cambiando il vaio in vetro, poi tradotto in italiano come cristallo.
Terrusi ha curato, con la professoressa Silvana Sola e Mariaelena Schiavo, una mostra sull’importanza della moda nei libri illustrati per bambini e ragazzi esposta a Shanghai, in Cina, dal 15 al 17 novembre. È organizzata dalla Bologna Children’s Book Fair, la fiera dell’editoria per l’infanzia più importante al mondo, insieme alla China Shanghai International Children’s Book Fair, che promuove il settore nell’Asia Pacifico, e raccoglie circa 150 libri internazionali suddivisi in sei sezioni tematiche.
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La prima sezione rivela che «nei libri per bambini se una storia ha a che fare con un filo ha anche a che fare con un legame, con la memoria e con il prendersi cura». Ci sono molte storie di nonne impegnate a sferruzzare, come Tricot di Jacques Goldstyn, dove una nonna regala alla nipote la prima sciarpa che aveva fatto a maglia, mentre Con ago e filo – Un manuale per rammendare abiti, abitudini e cuori insegna a riparare strappi mentre parla di guarigioni. In Filo magico di Mac Barnett una bambina trova un gomitolo che non finisce mai e inizia a tessere vestiti per gli abitanti della città, ma c’è chi fa resistenza e le ruba il gomitolo e «il filo diventa una metafora della comunità», spiega Terrusi.
Ci sono anche libri in cui le illustrazioni sono fatte con stoffe, ricami, bottoni e merletti cuciti a mano, come Nel paese delle pulcette e Mio amore di Beatrice Alemagna, conosciuta anche per Cicciapelliccia e I cinque Malfatti: tutte storie in cui insegna ad accettare, anzi, a valorizzare l’imperfezione.
La seconda sezione è interessata ai motivi grafici, con abiti pieni di righe e pois. Da qui viene l’illustrazione del libro che fa da manifesto alla mostra, Il signor orizzontale e la signorina verticale di Olimpia Zagnoli.
C’è un libro dedicato all’artista Yayoi Kusama, famosa in tutto il mondo per l’uso dei pois, mentre l’illustratrice polacca Iwona Chmielewska racconta la storia della nonna attraverso ricami, tessuti e merletti del corredo di famiglia.
La terza sezione è dedicata al potere dei vestiti: «per un bambino vestirsi è un gesto di autodeterminazione» ma anche un «gesto della sua realtà quotidiana», ricorda Terrusi: in questi libri ci sono bambini che imparano a vestirsi da soli, come Still Stuck di Shinsuke Yoshitake e Io so vestirmi da sola di Elena Odriozola, altri che indossano abiti che li fanno sentire speciali, come Il vestito di Lia di Sara Marconi e Daniela Costa, e personaggi che regalano i propri vestiti come Il gigante più elegante di Julia Donaldson e Axel Scheffler.
Si prosegue con una raccolta di testi dedicata a stilisti e sarti: varie biografie di Coco Chanel, un libro scritto dallo stilista Paul Smith e Il Sarto di Gloucester di Beatrix Potter: «è da questo libro che vengono i topolini sarti di Cenerentola e le oche degli Aristogatti di Walt Disney», spiega Terrusi, ricordando che nel 1936 Potter rifiutò di cedere a Disney i diritti delle sue opere e lui rimediò così.
Per chi apprezza i “vestiti da fiaba”, la quinta sezione propone tre libri sui vestiti della Regina Elisabetta II, tra cui The Queen’s wardrobe di Julia Golding e Kate Hindley, che racconta la sua biografia attraverso gli abiti, e molti testi su Cenerentola tra cui Le altre Cenerentole e il giro del mondo in 80 scarpe di Vinicio Ongini e Chiara Carrer. C’è anche la storia di Cenerentola illustrata della già citata Gastaut, che ha disegnato anche I segreti delle stoffe.
Per finire l’ultima sezione raccoglie testi divulgativi ma giocosi sulla storia delle moda come Cenerentola. Una storia alla moda di Steven Guarnaccia che ha vestito la protagonista con gli abiti più famosi della storia della moda (e ha trasformato la fata madrina nel famoso stilista Karl Lagerfeld).
Altri testi insegnano a ricamare, tessere o fare un vestito, per esempio Paper dolls di Giancarlo Ascari e Pia Valentinis, pieno di bambole di carta da vestire, o 20 ways to draw a dress di Julia Kuo; si può giocare con le tante combinazioni di Chiens couture di Irène Schoc, un libro “testa corpo piedi” e colorare i vestiti più famosi di Yves Saint Laurent in un album pubblicato da Gallucci.
Tutti questi libri sono raccolti in un fondo della biblioteca del campus di Rimini dell’università di Bologna, che ha dato il suo patrocinio alla mostra; nello stesso fondo si può anche consultare la prima selezione di un centinaio di libri sul tema, curata nel 2017.