Tre figlie di Malcolm X hanno fatto causa a CIA, FBI e polizia di New York per responsabilità nell’omicidio del padre

A sinistra Ilyasah Shabazz, figlia di Malcom X (AP Photo/Ted Shaffrey)
A sinistra Ilyasah Shabazz, figlia di Malcom X (AP Photo/Ted Shaffrey)

Tre figlie di Malcolm X hanno fatto causa alla CIA, l’agenzia di intelligence statunitense, all’FBI, l’agenzia investigativa della polizia federale, e alla polizia di New York accusandole di avere responsabilità nell’omicidio del leader dei diritti civili, avvenuto nel 1965: hanno chiesto complessivamente 100 milioni di dollari di danni. Nella causa, annunciata un anno fa e depositata presso il tribunale di Manhattan, sostengono che le agenzie e la polizia fossero a conoscenza e fossero implicate nel piano per uccidere Malcolm X.

Malcolm X, considerato uno degli esponenti più importanti del movimento dei diritti civili delle persone afroamericane insieme a Martin Luther King, fu ucciso da militanti di un gruppo religioso di cui anche lui aveva fatto parte, mentre stava per tenere un discorso all’Audubon Ballroom di New York, una sala da ballo nel quartiere di Harlem: da tempo tuttavia c’erano dubbi sulle circostanze esatte del suo omicidio. Secondo la denuncia nei giorni precedenti all’omicidio le autorità arrestarono le guardie del corpo di Malcolm X, rimossero gli agenti presenti nel luogo dell’omicidio e non intervennero con gli agenti in borghese presenti nella sala da ballo. Tre uomini furono condannati per l’omicidio, ma due furono poi scagionati nel 2021.

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