A Beirut gli attacchi israeliani sono diventati quotidiani
E sono sempre più intensi, mentre continuano le operazioni di terra nel sud del Libano
Anche sabato la capitale libanese Beirut è stata oggetto di intensi bombardamenti da parte dell’esercito israeliano, che hanno distrutto una serie di edifici, definiti «centri operativi e depositi di armi» del gruppo libanese sciita Hezbollah. Israele bombarda varie aree di Beirut consecutivamente da sei giorni, con più intensità rispetto al recente passato (nella sola giornata di martedì gli attacchi erano stati dieci).
L’obiettivo principale rimane il quartiere meridionale di Dahieh, dove ritiene ci siano bunker, strutture e tunnel del gruppo politico e militare. La maggior parte della popolazione ha abbandonato da tempo l’area, oggetto di bombardamenti già da fine settembre: era un quartiere molto popolato, ora è per lo più disabitato e distrutto in varie parti. Ma i bombardamenti hanno colpito anche altre zone della capitale, con ordini di evacuazione inviati dall’esercito poche ore prima dell’inizio degli attacchi.
Gli attacchi di Israele in Libano proseguono da fine settembre e secondo il ministero della Salute libanese hanno già causato 3.400 morti e più di 14.500 feriti.
Negli ultimi giorni l’esercito israeliano ha anche intensificato le operazioni di terra nel sud del Libano: secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa nazionale libanese gli scontri sarebbero arrivati al paese di Chamaa, a cinque chilometri dal confine israeliano e all’interno del territorio libanese.
I negoziati per ottenere un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah vanno avanti da mesi. Esponenti del governo libanese hanno confermato a media internazionali di aver ricevuto una proposta israeliana di cessate il fuoco dall’ambasciatore statunitense in Libano, ma le condizioni proposte lasciano poche speranze di un accordo. La proposta prevede una pausa iniziale dei combattimenti di 60 giorni e il ritiro sia di Hezbollah che di Israele dalla zona a sud del fiume Leonte, che si trova in Libano a circa 30 chilometri dal confine: Israele si riserverebbe però di interrompere unilateralmente la tregua qualora ritenesse che miliziani di Hezbollah siano ancora nell’area.
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