Centinaia di manifestanti hanno assaltato il parlamento dell’Abcasia, in Georgia, protestando contro un accordo con la Russia
Venerdì a Sukhumi, la capitale della regione georgiana dell’Abcasia, centinaia di persone hanno fatto irruzione nel complesso in cui si trova il parlamento locale, protestando contro un accordo con la Russia per facilitarne gli investimenti nel settore immobiliare locale. Secondo i manifestanti l’accordo darebbe alla Russia il controllo della regione, danneggiando l’autonomia e l’economia locale.
L’Abcasia è un territorio separatista che la maggior parte dei paesi del mondo riconoscono come parte della Georgia, ma che si considera indipendente dagli anni Novanta, cioè da dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. La Russia riconosce l’indipendenza della regione, ma l’economia locale è fortemente dipendente dalla Russia: secondo i manifestanti l’accordo con la Russia andrebbe ancora di più in questa direzione, togliendo ulteriore autonomia al territorio. L’accordo è promosso dal presidente dell’Abcasia Aslan Bzhania, sostenuto dalla Russia.
I manifestanti hanno sfondato il cancello del parlamento con un camion e poi sono entrati nel complesso in cui si trova l’edificio, per poi cercare di penetrare al suo interno: hanno lanciato sassi alla polizia, che ha risposto con dei lacrimogeni. Ci sono stati scontri, e almeno otto persone sono state ferite. A seguito degli scontri il parlamento locale ha rinviato la sessione in cui bisognava ratificare l’accordo con la Russia.